Luis Enrique che ha vinto guardando al cielo la sua stella, ha alzato la coppa per dedicarla al suo angelo…

Per uno juventino, come il Sottoscritto, commentare la sconfitta in Champions’ di una rivale italiana sarebbe pleonastico e poco credibile.

Il lavoro di Simone Inzaghi è inopinabile, onore, quindi, all’Inter per il raggiungimento di un traguardo (la finale) sempre e comunque difficile da conquistare.

Le mie parole, però, sono rivolte a chi non sviluppa un pensiero critic0, a chi esulta per un episodio a favore, a chi si esalta per una semifinale contro il Barcellona giocata con la stessa scarsa cattiveria della partita di Monaco contro il Paris Saint Germain.

La differenza? Il risultato. Contro i blaugrana ti è andata bene, lo scorso 31 maggio, invece, gli dei del calcio hanno premiato idee e competenza!

È una questione di soldi? Chi non li sperpera ormai…

Ma se davvero volessimo soffermarci solo sul risultato, allora dovremmo parlare di un uomo, prima ancora che di un allenatore: Luis Enrique che ha vinto guardando al cielo la sua stella, ha alzato la coppa per dedicarla al suo angelo, perché nello sport ci sono valori che superano medaglie e conti in banca…

Ha vinto per il suo popolo, ma soprattutto, per la sua Xana, la sua bambina portata via da un’atroce ed ingiusta malattia!