Si intitola “The Call of the Woods – La Voce del Bosco” il romanzo d’esordio di Silvia Giorgi, giovane tarantina laureata in Lingue e Letterature Straniere. Un libro, il suo, che tocca il genere “urban fantasy” per scendere nelle profondità di un’emancipazione sociale che comporta rinunce e sacrifici.

Ciao, Silvia. Com’è nata l’idea di scrivere “The Call of the Woods

– La Voce del Bosco”?

L’idea è nata qualche anno fa mentre facevo una passeggiata nel bosco dietro casa mia, anche se la natura qui è mediterranea e non assomiglia a quella artico-boreale della mia storia. Stavo ascoltando “Do I Wanna Know?” degli Arctic Monkeys quando la mia mente ha “visto” la figura di due ragazzi tenersi per mano: poi, uno di loro è diventato un lupo ed è corso via. Ho opposto resistenza alla scrittura di questa storia perché temevo di non esserne in grado ma l’idea mi ha letteralmente “infestata” per due anni, finché non ho finalmente accettato la sfida. Ad oggi, sono felice di averlo fatto: amo i miei personaggi e la città fittizia di Stars Fall e per me è una vittoria vedere la mia storia finalmente diventata un libro tangibile.

Sarebbe giusto definire una sorta di romanzo paranormale il genere “urban fantasy”?

Decisamente. In tanti sappiamo cosa è il fantasy ma non è sempre facile discernere le varie sottocategorie, specialmente considerato che le storie nascono libere e si intrecciano con le diverse etichette. “The Call of the Woods – La Voce del Bosco” ha una storia d’amore che coinvolge un licantropo – da qui l’appartenenza al paranormal romance – e ha elementi magici in un contesto reale, come vuole l’urban fantasy. Tuttavia, quello che regna incontrastato non si può categorizzare: è la sensazione di casa data dalla sonnolenta cittadina di Stars Fall, il senso di mistero che l’avvolge e il bosco, che rappresenta la parte più ancestrale di noi stessi, è una presenza che assume i contorni di un personaggio e che non viene domata dalla società.  L’elemento più importante, trasmesso dall’amore fra due giovani uomini, è un rispetto verso se stessi e un riconoscimento della libertà di essere chi si è, senza più paura.

Cosa spinge Harry, il protagonista teenager, a lasciare la realtà newyorkese, il fidanzato e gli amici, per trasferirsi a Stars Fall in Canada?

Harry deve lasciare la sua New York e tutta la sua vita per seguire la madre, andando a vivere insieme al compagno di lei. All’inizio, come è normale che sia per un ragazzo di sedici anni, non è contento di farlo ma dopo dei traumi familiari vuole solo che lei sia felice di nuovo. Questo cambiamento lo metterà di fronte a sfide importanti, personali e comunitarie.

Cosa consiglieresti a chi intende affrontare l’esperienza del self-publishing?

Il self-publishing è una realtà dura, in cui bisogna prendersi cura di ogni aspetto del romanzo, dalla sua ideazione alla grafica, al marketing. A volte, può essere sfiancante ma ne vale la pena. Consiglio a chi vuole pubblicare in self di studiare a fondo ogni aspetto e di chiedere aiuto a dei professionisti per l’editing del romanzo o per la copertina, se non siete convinti del risultato. Il libro è il vostro biglietto da visita, curatelo anche nell’aspetto, oltre che nella forma. E credete tanto in voi stessi: la paura e il dubbio sono sensazioni normali.

Progetti futuri?

Ce ne sono tantissimi, anche troppi! Attualmente sto lavorando personalmente alla traduzione in inglese di The Call Of The Woods e poi ci sarà un racconto, un romance e un’altra novità. Purtroppo non posso ancora dire molto ma, se vi va, seguitemi su Instagram. Mi trovate come @silvia.giorgi_author e lì sarà possibile contattarmi e scoprire ogni novità in tempo reale e fra poco sarà disponibile online anche il mio sito.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.