Portrait of young woman using computer in cybersecurity department lit by red neon light copy space

di Yuleisy Cruz Lezcano

Le vittime di violenza digitale affrontano sfide particolari rispetto ad altri tipi di violenza, in quanto l’abuso spesso avviene in un contesto invisibile e difficile da tracciare. L’isolamento, l’ansia, la paura e il danno alla reputazione sono solo alcune delle conseguenze psicologiche che le vittime possono sperimentare. Per questo motivo, i programmi di sostegno alle vittime devono includere un supporto a 360 gradi che consideri l’aspetto psicologico, legale e pratico.

Nel panorama educativo e sociale contemporaneo, due fenomeni legati alla violenza online hanno acquisito una crescente rilevanza: il cyberbullismo e il revenge porn. Sebbene spesso considerati separati, questi fenomeni sono strettamente legati e condividono radici comuni, tra cui stereotipi dannosi e disuguaglianze di genere. Allo stesso modo, le violenze fisiche e digitali sono intrecciate in modi che vanno oltre il semplice abuso, alimentando una cultura di prevaricazione che può danneggiare profondamente le vittime, soprattutto nei contesti adolescenziali. In questo contesto, l’educazione integrale, che promuove valori di rispetto, consapevolezza digitale e parità di genere, emerge come uno strumento essenziale per prevenire e contrastare tali fenomeni.

Il cyberbullismo si manifesta attraverso comportamenti di prevaricazione e violenza psicologica che si svolgono su piattaforme digitali, come social media, chat, forum e altre forme di comunicazione online. Sebbene il cyberbullismo possa colpire chiunque, le ragazze e le donne sono frequentemente oggetto di molestie sessuali, insulti sessisti e minacce. Un aspetto particolarmente preoccupante del cyberbullismo è la diffusione di materiale intimo o compromettente senza il consenso della vittima, una pratica nota come “revenge porn”.

Il revenge porn è un tipo di abuso digitale che coinvolge la condivisione non consensuale di immagini o video intimi. Sebbene venga spesso concepito come una “vendetta” personale da parte dell’ex partner, può avere conseguenze devastanti per le vittime, che si trovano ad affrontare umiliazioni pubbliche, danni alla reputazione e, in alcuni casi, gravi ripercussioni psicologiche. Questo fenomeno è particolarmente diffuso tra gli adolescenti, i quali, nella loro fase di esplorazione della propria identità e relazioni, sono vulnerabili a tali abusi.

La relazione tra cyberbullismo e revenge porn risiede nel fatto che entrambe le pratiche si basano sull’umiliazione pubblica e sul controllo della vittima, e possono perpetuare lo stesso tipo di violenza di genere. Le ragazze e le donne sono spesso oggetto di molestie sessuali, insulti o diffamazioni, e questo tipo di violenza si amplifica quando i contenuti vengono diffusi online. La cultura della vergogna e della “colpa della vittima” perpetuata da stereotipi dannosi contribuisce a giustificare o minimizzare queste violenze.

La violenza fisica e quella digitale sono interconnesse, poiché entrambe si nutrono di stereotipi di genere dannosi, che ritraggono le donne come oggetti sessuali, deboli o subalterne rispetto agli uomini. Questi stereotipi, alimentati da norme culturali e sociali patriarcali, si riflettono nel modo in cui le donne vengono trattate sia nel mondo offline che online. Ad esempio, la violenza fisica nelle relazioni intime spesso va di pari passo con la violenza psicologica e digitale, creando un ciclo di abusi che coinvolge tanto la sfera fisica quanto quella digitale.

La relazione tra cyberbullismo, revenge porn e violenza digitale è complessa e spesso radicata in dinamiche di potere, disuguaglianza di genere e manipolazione psicologica. Sebbene la tecnologia possa favorire la crescita e la connessione, essa può anche diventare un potente strumento di prevaricazione e abuso, amplificando la sofferenza delle vittime. Questi fenomeni, particolarmente dannosi per le donne, alimentano una cultura di umiliazione e controllo. La violenza digitale, sebbene invisibile, ha effetti devastanti sulla salute mentale delle vittime e si intreccia con violenze fisiche e psicologiche nelle relazioni intime.

Per contrastare questi tipi di violenza sono stati proposti modelli cognitivi-comportamentali, che puntano a sensibilizzare gli autori sui danni causati dai loro comportamenti e sulla mancanza di empatia verso le vittime. L’educazione integrale è essenziale per contrastare il cyberbullismo e il revenge porn, poiché insegna il rispetto reciproco, la consapevolezza digitale e l’etica delle interazioni online.

I programmi di sostegno alle vittime devono includere supporto psicologico, legale e pratico, per aiutarle a superare i traumi e proteggere la loro privacy. La responsabilizzazione degli autori, tramite un processo di consapevolezza, è fondamentale per prevenire recidive e futuri comportamenti violenti. Secondo Demurtas e Peroni (2021), ogni caso dovrebbe essere trattato in modo individualizzato, con interventi mirati a ricostruire la sicurezza e la dignità delle vittime.

Nel mio libro «Di un’altra voce sarà la paura», esploro i temi di violenza e trauma attraverso la poesia, dando voce alle vittime e stimolando la riflessione sul dolore e sul silenzio che spesso accompagna queste esperienze.

In questo senso, molti programmi di intervento mirano a “decostruire” i comportamenti violenti attraverso attività educative, terapie comportamentali e interventi psicologici che favoriscano la comprensione delle dinamiche abusive. Si cerca di sviluppare una riflessione profonda sul comportamento dell’autore, cercando di interrompere il ciclo di violenza e fornendo le risorse per un cambiamento genuino.