di Adriana Zarri

Qualcuno certamente ricorderà Sergio Zavoli e poi Michele Santoro, conduttore di Samarcanda, che invitavano come ospite delle loro trasmissioni Adriana Zarri. Altri tempi, che vorremmo ci fossero restituiti.

Adriana Zarri (1919-2010) nel 1975 scelse di vivere da eremita, senza mai rinunciare al dialogo con il mondo, affidato ai suoi scritti, come “Quasi una preghiera”, uscito postumo nel 2012. Alcuni capitoli sono dedicati all’autunno e mi fa piacere condividerli.

Preghiera d’autunno

“Tu sei il Signore dell’autunno: del sole che affoga dolcemente nella nebbia, dei contorni che sfumano, delle foglie che cadono e fanno, in terra, un tappeto, per i passi dei vecchi. Tu sei il Signore dei vecchi e di tutte le cose che declinano perché sei il Signore dei giovani e di tutte le cose che rinascono…

L’autunno è una breve primavera, prima del gran riposo. La terra torna verde, prima del grigio della nebbia, prima del bianco della neve. In questo rapido sorriso d’erbe e di fiori tu ti affacci, fra nuvola e nuvola, e benedici il verde, e benedici la stanchezza. Non benedici la morte perché la morte vive, al di sotto del gelo, e testimonia la resurrezione. Tu benedici il sonno, questo languore, questo sopore, quest’oblio che sta tra vita e vita e che noi chiamiamo morte. Tu non benedici la morte: benedici la tregua della vita, che concede respiro e riposo.

Il sole ci aveva sfiancati, resi febbrosi: ora la nebbia ci placa, ci fa rientrare in noi. Le finestre aperte son come finestre chiuse, non offrono visioni ma solo tende di grigio. E’ tempo di chiuderle e riscoprire la casa. Tu sei il Dio della casa, che abita in ogni stanza, ci viene incontro da ogni porta, da ogni corridoio, da ogni scala…

L’autunno è tempo di raccolta, ma di una seminagione lontana; ed è tempo di semina, per un lontano raccolto… Autunno di frutti caduti, autunno di foglie secche, autunno di nebbie grigie, autunno tuo: del tuo paesaggio silenzioso, del tuo amore paziente, della tua attesa lunga…

E il tramonto s’incrocia con l’aurora

È bello, Signore, l’autunno; e non è triste come qualcuno può pensare… Dall’altra parte della terra il sole che qui si cela dietro all’orizzonte, là emerge dalla notte. Così l’autunno ha un suo corrispondente in una lontana primavera. Ma anche restando qui, da noi, l’autunno prepara il riposo della terra che poi verdeggerà, in marzo. E intanto, prima di riposare, la terra ci dona tutti i frutti.

L’autunno è il tempo dei tuoi doni: e tu, Signore, aprici gli occhi perché sappiamo vederli e riconoscerli.. L’autunno è la stagione della riconoscenza… È bello, Signore, dire “grazie”…. Dir grazie significa riconoscer d’essere poveri e che qualcuno può arricchirci. Tu, i poveri, Signore, li hai chiamati beati, proprio perché verranno arricchiti da te…

L’autunno, come la sera, ci richiama il pensiero della morte. Facci pensare alla morte così: non come fine, ma come compimento; come un frutto maturo che tu cogli perché lo scorrere del tempo l’ha ormai levigato e reso idoneo per il tuo cesto. E facci pensare alla morte come all’autunno, quando tutto sembra intristire e morire e invece tutto si appresta al riposo per poi riprendere la vita. Così la morte è un lungo sonno da cui saremo risvegliati.

E tu aiutaci, o Dio, a guardare la morte così: come a una conclusione (che è cosa diversa da una fine), come a un inizio e a un incontro con te”.


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Sono nato a Barletta nel 1956; ho insegnato Lettere per 23 anni e sono stato dirigente scolastico dal 2007 al 2023. Mi sono dedicato allo studio di vari aspetti della storia locale e sono membro della Società di storia patria per la Puglia; ho censito, trascritto e tradotto le epigrafi di Barletta. Per i tipi della Rotas ho pubblicato il romanzo-saggio “Ricognizioni al giro di boa”. Da molti anni mi interesso di religioni (specialmente il Buddhismo Mahayana) e di dialogo interreligioso. Ho avuto la fortuna di avere tre figli e ora di essere anche nonno! Da settembre 2023 sono in pensione: si dice tecnicamente "in quiescenza" ma è un po' difficile fermarsi. Gioco a tennis, mi piace molto viaggiare e credo molto nel lifelong learning. Sono stato cooptato in Odysseo da Paolo Farina :) e gli sono grato per avermi offerto uno spazio per parlare di scuola (e non solo) fuori dall’ambito formale/ istituzionale.

1 COMMENTO

  1. Bellissima questa preghiera di Adriana Zarri rappresenta l’equilibrio tra natura e vita. L’autunno tempo di riposo e preludio di una rinascita, del ritorno alla vita. Mi piace pensare che all’indomani di questo autunno della mia vita, io possa essere seme di una futura stagione di rinascita.

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