Incede come avesse palla al piede
Come se fosse un vecchio galeotto
Con sguardo assente e mite, sotto il cielo,
Si porta appresso i cenci d’una vita.

Si umilia sol sentendosi umiliato
Ma non c’è nulla che gli pare ostile
La dignità rimane ed è sentita
Nel suo giaciglio sopra la panchina.

Non ha rivalse antiche pel suo stato
Il mondo gli rimane ancora amico
La fame la soddisfa con la prece

Verso quel dio che lo guida alquanto
A consumare i giorni con decenza
Vagando, come un ombra, tra la gente.

Margherita di Savoia 26/09/25


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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.

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