Sentire è un conto, ascoltare è un altro.

Molti sono in grado di sentirci, pochi di ascoltarci.

Il sentire è abilità comune, presuppone presenza inattiva, una comparsata al basso prezzo di un senso prestato, è l’udito offerto alla compagnia di turno, diventare recipienti passivi, colmi di più parole e meno significato.

Ascoltare, invece, comporta impegno e fatica. Vuol dire mettersi nei panni dell’altro per accoglierlo all’interno della propria sfera empatica, farsi tangere senza crollare definitivamente, concedere supporto per sollevare il prossimo, preoccuparsi pre occupandosi di consigliare senza ferire, di dispensare saggezza al netto di giudizi gratuiti.

Sentire è un conto, ascoltare è un altro “conto” da pagare se ci si prefigge di vivere in piena condivisione e verità con chi abbiamo accanto.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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