
«I politici europei si sono ridotti ad agenti delle proprie industrie degli armamenti»
(Jeffrey Sachs)
«Il male può invadere e devastare il mondo, si espande sulla superficie come un fungo»
(Hannah Arendt, La banalità del male)
Perché mentre Trump tenta, con tutti i limiti della sua personalità complessa e polimorfa, di portare la pace tra russi e ucraini, gli europei dell’UE, (tranne Orban e pochi altri leader di Stati che ai tempi del comunismo hanno gravitato nell’orbita delle fu URSS), più gli inglesi di Starmer, che della UE non fanno più parte, ma che continuano a voler dettare legge, fanno il diavolo a quattro perché questa guerra continui?
La domanda non è né oziosa, né peregrina.
La realtà delle strane condotte che tengono i Capi di Stato e di Governo dei Paesi UE, (con le eccezioni che si accennavano), più il Regno Unito, è sotto gli occhi di tutti.
Ed è anche, a mio avviso, imbarazzante.
I così detti Stati “volenterosi” (leggi: quelli che vogliono che la guerra tra Russia e Ucraina continui ad oltranza) continuano, da un lato, a sostenere che se gli aiuti militari e i finanziamenti atti all’acquisto ed invio a Kiev di armi arrivano a destinazione, il Paese di Zelensky può vincere la guerra contro quello di Putin. Dall’altro, stanno diffondendo una propaganda bellicista per preparare i propri popoli alla guerra (“imminente”) contro la Russia. Il tutto condito dall’affermazione secondo la quale sostenere lo sforzo militare di Kiev significa difendere l’ultimo avamposto di “libertà” ed “indipendenza” contro la futura e certa fagocitazione russa delle terre europee, dall’Ucraina fino a Lisbona.
Quindi, gli europei sembrano desiderare fortemente che questa guerra continui allo scopo di sconfiggere la Russia “definitivamente”.
Quando dico europei, il riferimento è alle leadership dei Paesi inebriati dallo spirito bellico, non certo ai popoli che, a stragrande maggioranza, in ogni singolo stato dell’Unione, cosa che vale anche per i sudditi di re Carlo III Windsor, sono contrarissimi alla guerra.
Possiamo dire, senza tema di smentite, che i popoli hanno perfettamente assimilato gli insegnamenti derivanti dalla storia delle due guerre mondiali e conoscono bene la potenza distruttrice anche di una sola bomba atomica.
I politici, invece, vivono in un mondo proprio, avulso da ogni contesto, privo di ogni aggancio con la realtà, nutriti come sono dal proprio ego ipertrofico e dal proprio potente narcisismo. Hanno finanche dimenticato i motivi per cui nacque la CEE, la progenitrice dell’attuale UE, vale a dire pace e prosperità dei popoli, dopo quelle guerre sanguinose che avevano distrutto l’Europa.
Sarebbe interessante fare di questi politici una valutazione psichiatrica!
Sarebbe tanto più interessante quanto più sono di solare evidenza alcune cose:
- Una guerra allargata tra Russia da un lato e UE, più Regno Unito, dall’altro finirebbe con l’utilizzo di bombe atomiche nel rapporto di uno a 10 (600/700 testate nucleari possedute principalmente da Francia e Inghilterra, contro le 6000/7000 a disposizione della Russia);
- La Russia non ha mai invaso l’Europa, anzi né è stata invasa in più circostanze. Da Napoleone ad Hitler. Entrambi hanno perso guerra, scettro e potere. Illuminante potrebbe tornare la lettura di Guerra e pace di Tolstoj per capire che invadere la Russia, o comunque combatterla, non porta mai bene;
- La causa scatenante l’invasione Russa dell’Ucraina poggia sulla violazione degli accordi (protocolli) di Minsk l e ll e sul fatto che l’Ucraina sia Paese associato alla NATO;
- Questa guerra, che sarebbe bellissimo finisse domani, ha comportato, finora, centinaia di migliaia, tra morti e feriti, e tra questi ultimi, un numero insopportabile di mutilati. Da ricordare che sulle cifre non c’è concordanza, poiché ciascuno dei due contendenti sottostima tanto le vittime civili che quelle militari;
- Infine, se la guerra continuasse, come purtroppo piace all’Europa, il timore forte è che l’esercito russo potrebbe arrivare a Kiev e la Russia annettersi tutta l’Ucraina, invece delle sole terre che ha già conquistato militarmente.
I politici queste cose sembra che non riescano a capirle. O meglio, é più facile che fingano di non capirle perché ne hanno sicuramente contezza. Così come hanno contezza del fatto che questa guerra ha messo in ginocchio l’economia di tutti gli stati europei che, con ben 19 pacchetti di sanzioni alla Russia, hanno precluso a sé stessi la possibilità di continuare a rifornirsi di gas russo a prezzi bassi, sostituendolo con gas liquido americano a prezzo quadruplo, che deve essere, peraltro, una volta giunto a destinazione, rigassificato.
La Germania, l’Italia (e non solo) si sono comportate come Tafazzi (quel personaggio comico che usava la bottiglia di plastica per colpire i propri genitali).
La Germania, con la corsa al riarmo di cui la Von der Leyen si è fatta la principale foriera e vessillifera, crede di poter uscire dalla crisi profonda della sua economia. Ma ve l’immaginate una Germania riarmata di tutto punto, magari guidata dall’ Alternative fur Deutschland, dopo le prossime elezioni?
E l’Italia può permettersi la conversione della sua industria, peraltro in costante smantellamento, in prevalentemente pesante?
Ma la vera domanda, quella delle cento pistole, come si diceva all’inizio, è: perché i leader europei hanno assunto questo atteggiamento da attesa messianica della guerra, boicottando i tentativi di pacificazione in quell’area?
“La guerra è bella anche se fa male”, cantava Francesco De Gregori (con significato invertito rispetto al demenziale entusiasmo di questi mentecatti pigmei della politica).
Oggi è diventato il motto della classe dirigente europea.
Tronfia, arricchita, potente, ma serva e al soldo dei produttori di armi.
























