di Renato Cazzaniga

Quando ascolto la tua voce

incessante

eccomi

frammento del pianeta

nota della tua voce

riverbero dell’anima

ingrediente del caos primordiale

sapido

profumato.

E tu mi rincorri

con il tuo insistere

e mi avvolgi

con il tuo dolce canto.

Mi ricordi di esistere.

 


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Oltre Sessanta passi, quasi cento dirai, creano un effetto spaesamento senza disegnare un profilo intelligibile. Confido dunque “nella bontà degli sconosciuti” che incontrerò lungo i prossimi passi e nella accidentalità degli accadimenti della vita per incedere, senza fretta, verso un approdo che porti a intravedere una rotta in queste traiettorie di cui ancora non si indovina una forma. Sì, per fortuna quell’abbozzo oggi è ancora un garbuglio del quale fatico a trovare un senso e intanto continuo a camminare e a giocare con le infinite possibilità che tutte le mie mosse forse un giorno lasceranno intendere.