Si intitola “La Mister” il cortometraggio di 17 minuti presentato in occasione della XII edizione dell’Out of Bounds Film Festival, all’interno del percorso Goal 5: il cinema al femminile plurale, sotto la responsabilità scientifica di Maria Filograsso, che ha orientato fin dall’inizio la costruzione della sceneggiatura verso un racconto attento alle dinamiche di potere e alle disuguaglianze ancora presenti nei contesti sportivi. Il progetto nasce dall’urgenza di raccontare una storia capace di interrogare il rapporto tra sport, educazione e stereotipi di genere. Alla pellicola partecipato di tutti gli allievi coinvolti nel percorso “Cinema e Immagini per la Scuola”, promosso e finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e dal Ministero della Cultura (MIC). Ce lo racconta il regista e sceneggiatore, assieme ad Antonella Galasso, Domenico de Ceglia.

Ciao, Domenico. Perché hai scelto di dirigere “La Mister”?

Ho scelto di dirigere La Mister (trailer: https://vimeo.com/1103383588) perché, già in fase di scrittura, sentivo l’urgenza di raccontare una storia capace di interrogare il rapporto tra sport, educazione e stereotipi di genere. Il progetto nasce all’interno del percorso Goal 5: il cinema al femminile plurale, sotto la responsabilità scientifica di Maria Filograsso, che ha orientato fin dall’inizio la costruzione della sceneggiatura verso un racconto attento alle dinamiche di potere e alle disuguaglianze ancora presenti nei contesti sportivi. Ho lavorato alla scrittura insieme ai ragazzi e alla sceneggiatrice Antonella Galasso, trasformando le loro intuizioni in un racconto per immagini.

Come si colloca la pellicola all’interno della XII edizione dell’Out of Bounds Film Festival?

La Mister si inserisce pienamente nello spirito dell’Out of Bounds Film Festival, festival organizzato da dodici anni dalla nostra Associazione Gruppo Farfa Cinema Sociale Pugliese, che da sempre ospita autori che riflettono su temi sociali, culturali e di genere. La scrittura del film dialoga con i temi del festival attraverso una narrazione che affronta l’inclusione e la parità di genere senza slogan, ma tramite una costruzione drammaturgica sobria, fatta di relazioni, silenzi e piccoli conflitti quotidiani. Prima della presentazione a Barletta, il cortometraggio “La mister” ha avuto una distribuzione internazionale e numerosi riconoscimenti: ha ottenuto la World Premiere al Centre Film Festival (Philipsburg, Pennsylvania, USA) il 10 novembre 2025 e ha vinto un premio al 79° Festival Internazionale del Cinema di Salerno durante la sua European Premiere il 24 novembre 2025. Il film ha inoltre ricevuto altri riconoscimenti come il Best Italian Short allo SBIFest (Vila Real de Santo António, Portogallo, 29 novembre 2025), lo Special Award al 45° Paladino d’Oro Sport Film Festival (Palermo, 2 dicembre 2025), e una importantissima selezione al Giffoni School Experience (Valle Piana, Italia) rassegna che lo porterà in giro per l’Italia davanti a migliaia di studenti. Sarà anche da febbraio al 16° Barcelona International FICTS Festival e al 10° Beausoleil Cote d’Azur International FICTS Film Festival.

In che modo un corto di 17 minuti può trasmettere un messaggio di inclusione sportiva abbattendo il gender gap?

Un cortometraggio permette di lavorare sulla densità del racconto: la scrittura deve essere precisa ed essenziale. Ne La Mister, ogni scena è pensata per mostrare come competenza, autorevolezza e leadership nello sport non abbiano genere. Senza ricorrere a spiegazioni didascaliche, il film affida alle immagini e alle dinamiche di squadra il compito di mettere in crisi il gender gap. La possibilità di proiettare il film in festival internazionali ha permesso inoltre di portare il messaggio a un pubblico più vasto, dall’Europa agli Stati Uniti, contribuendo a un dialogo culturale globale sul tema.

Quanto influisce il linguaggio del cinema indipendente sulle nuove visioni e sul lavoro partecipato di tutti gli allievi coinvolti nel percorso “Cinema e Immagini per la Scuola”, promosso e finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e dal Ministero della Cultura (MIC)?

Il cinema indipendente incide profondamente perché favorisce libertà espressiva, sperimentazione e pratiche di scrittura condivisa. Nel percorso Cinema e Immagini per la Scuola, promosso e finanziato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura, nel contesto del Liceo Cafiero di Barletta, la sceneggiatura diventa uno spazio collettivo di confronto.

Nel 2025, all’interno dello stesso percorso del Piano Nazionale di Cinema e Immagini per la scuola, abbiamo prodotto anche, nel contesto dell’IISS Mons. A. Bello – G. Salvemini, La buona educazione (trailer: https://vimeo.com/1117715056?fl=pl&fe=sh&fbclid=IwQ0xDSwOyWmBleHRuA2FlbQIxMQBzcnRjBmFwcF9pZAo2NjI4NTY4Mzc5AAEe-g4DgwDmD3KCowJXD9VXmwTgSNa_eY94w83GB-tHnJmqqi7kpdTG49NV-sQ_aem_x2pT01icxkTi1RJt72wceA), un film da me diretto e presentato al festival Out of Bounds a Molfetta, che affronta il tema dell’educazione affettiva e delle relazioni nel contesto scolastico, cimentandoci nell’esplorazione della produzione di genere thriller. Anche in questo caso, la scrittura del progetto narrativo nasce dall’ascolto degli studenti e dalla rielaborazione delle loro esperienze, sotto le indicazioni mie e di Antonella Galasso.

Anche La buona educazione ha ricevuto riconoscimenti significativi, come la Menzione Speciale della Giuria all’I-Fest International Film Festival, la selezione ufficiale al 79° Festival Internazionale del Cinema di Salerno e al Girona Film Festival, consolidando l’impatto dei progetti partecipativi sulla riflessione sociale ed educativa.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.

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