La fiamma della democrazia… non quella di Trump

Il Premio Nobel per la Pace 2025 è andato a Maria Corina Machado, per buona “pace”, appunto, di Donald Trump che ha subito attaccato dicendo che è stata “anteposta la politica alla pace“.

Ad assegnarlo è come sempre il Comitato, stavolta norvegese, che ha riconosciuto alla leader dell’opposizione venezuelana il suo ruolo nella promozione della democrazia e dei diritti umani sotto il regime di Nicolás Maduro.

Una donna che tiene accesa la fiamma della democrazia“. Mai motivazione fu più vera e carica di significato. Questa vittoria segna per la Machado un punto di svolta per la sua attività di contrasto nella travagliata situazione politica venezuelana.

Maria Corina Machado si è sempre contraddistinta, infatti, per aver difeso, con coraggio e determinazione, le libertà individuali, quei principi democratici che l’hanno spinta a lavorare sotto un regime autoritario, sfidando una costante repressione ed una sistematica censura.

Primo Premio Nobel per la Pace al Venezuela, la Machado si è detta sotto shock alla notizia, e a farle da eco ci ha pensato Edmundo González Urrutia, ex candidato unitario dell’opposizione alle presidenziali del 2024, attualmente in esilio in Spagna, che ha parlato di un “meritatissimo riconoscimento per la lunga lotta di una donna e di un intero popolo per la libertà e la democrazia“.

Terminate le elezioni venezuelane del 2024, per alcuni “marcatamente non libere“, della Machado non c’è traccia. Da allora conduce le sue battaglie in clandestinità, temendo per la sicurezza propria e dei suoi famigliari.

Un episodio emblematico risale al 9 gennaio 2025 quando, durante una manifestazione nel quartiere Chacao di Caracas, Machado è stata portata via dalle forze dell’ordine. Molte ONG parlano di un “rapimento lampo” per intimidirla. Successivamente rilasciata, fu obbligata a comparire in video per confermare la sua condizione di libertà.

Nonostante il governo venezuelano abbia negato qualsiasi coinvolgimento diretto, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno condannato l’episodio come un atto di repressione politica.

Il rischio elevato è che, adesso, il premio possa irrigidire ulteriormente la posizione del governo venezuelano mentre il movimento d’opposizione è ancora fragile e diviso, incapace di canalizzare un consenso uniforme.

Attualmente, Machado vive nascosta, continuando però a rilasciare dichiarazioni pubbliche attraverso canali sicuri e in un paese dove il dissenso è perseguito e la libertà d’espressione costretta al silenzio, le urla di pace di María Corina Machado, oggi, risuonano più forte che mai.


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