
Alessandro Pagani, ex Valvola/Shado Records e Stolen Apple, ci presenta il suo nuovo progetto dal nome Puah (Piccola Unità Anti Hi-fi) che vedrà la luce il 23 Febbraio prossimo attraverso le principali piattaforme digitali. L’album si chiama “Due acca hho” perché il tema dell’acqua è ricorrente, in una sorta di pop cantautorale elettronico a tinte barocche.
Ciao, Alessandro. Cosa si intende, esattamente, per “Puah”?
Puah è l’acronimo di Piccola Unità Anti Hi-fi che non rincorre la perfezione del suono a tutti i costi ma anzi cerca di conservare, seppure attraverso la programmazione e l’elettronica, quella nostra parte ‘difettosa’ che rende tutto più naturale, meno artificioso.
Nell’album dal titolo “Due acca hho”, ricorrente è il tema dell’acqua. Puoi spiegarci di cosa si tratta?
Lo scorrere dell’acqua – e molti suoni a essa collegati – si rincorrono durante il disco come un fiume che a volte scorre lento, a volte impetuoso, un po’ come le nostre vite. Qui l’acqua è intesa in senso metaforico, come qualcosa di puro, limpido, che possa ripulire dal sudiciume del nostro tempo.
Sarebbe giusto definire la tua musica una sorta di pop cantautorale elettronico a tinte barocche?
È una ‘formula’ autoprodotta, proprio come il disco. Il bizzarro, l’arzigogolato, l’eccentricità fanno da sempre parte del mio spirito e nell’album ho provato a far avvicinare i miei lati più estrosi a ciò che difficilmente riusciamo a modificare, ovvero il tempo, la metrica, la metodologia, per rappresentare il lavoro meno convenzionale, più artigiano e vicino alla spontaneità del momento.
Progetti futuri?
Vorrei riuscire a portare il disco live in giro per l’Italia; in più mi aspetta l’uscita del quarto libro umoristico che s’intitolerà “I Punkinari”, pubblicato dalla casa editrice Nepturanus. E poi un mio sogno nel cassetto, ovvero scrivere musiche per il cinema.
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Per ascoltare la musica di Alessandro Pagani, visita il suo canale YouTube Puah
























