di Giulia Paola Di Nicola, per Arsenio Edizioni, in uscita il prossimo 22 dicembre

“La figlia della spagnola” di Giulia Paola Di Nicola è un romanzo storico che intreccia con maestria la memoria privata e la grande Storia, offrendo al lettore un affresco vivido e commovente di un’epoca segnata da guerra, pandemia e resilienza femminile.

La narrazione, articolata in sezioni autonome ma armonicamente incastonate, si sviluppa in una struttura circolare che si apre con la morte di Filomena e si chiude con quella di Nella, conferendo al testo una forte unità simbolica: la morte diventa qui seme di continuità. Il romanzo sorprende per la sua costruzione narrativa originale e conquista progressivamente grazie alla capacità di restituire, tassello dopo tassello, il quadro di una famiglia e di una generazione.

La scrittura di Di Nicola è stata definita “semplice e godibile”, ma anche “riccamente letteraria”, con una musicalità che richiama la narrativa del primo Novecento. L’italiano, alto ed elegante ma sempre comunicativo, si accompagna a descrizioni visive e quasi cinematografiche. I sentimenti emergono attraverso i gesti e le azioni quotidiane, senza bisogno di introspezioni esplicite, donando autenticità e maturità al racconto.

I personaggi sono delineati con grande sensibilità: Filomena, madre archetipica, dolente e forte; Italia, madre sostitutiva concreta e generosa; Alfonso, presenza-assenza luminosa; Nella, simbolo della sopravvivenza della memoria femminile e della trasmissione dei valori. La loro psicologia è gestita con misura, lasciando che dolore, speranza, fede e sacrificio emergano naturalmente dalla narrazione.

Dal punto di vista storico e sociale, il romanzo è coinvolgente: la pandemia della spagnola, la guerra, la condizione delle donne e la solidarietà tra “scarti della società” sono raccontati con profondità e senza retorica. La spagnola non è solo un virus, ma metafora della Storia che travolge e, insieme, genera nuova vita.

Un elemento di forza è l’uso equilibrato della religiosità: mai bigotta né ornamentale, la fede diventa linguaggio dell’anima e strumento di resistenza al male. Cura, pietà e amore si traducono in gesti quotidiani di resilienza.

“La figlia della spagnola” restituisce dignità alle vite “nascoste”, alle donne che hanno vissuto fedelmente una vita silenziosa e che, pur senza lasciare tracce nella grande storia, hanno contribuito a costruire il bene del mondo. Si tratta di un’opera che colpisce per la profondità dei temi, la delicatezza dei personaggi e la qualità della scrittura. Pur partendo da una vicenda familiare, riesce a parlare a tutti, offrendo una riflessione universale sulla resilienza, la memoria e la forza delle donne.

Un libro consigliato a chi ama la narrativa storica, i romanzi di formazione e le storie capaci di commuovere senza mai indulgere nella retorica.

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GIULIA PAOLA DI NICOLA, già docente universitaria di Sociologia ed Etica Sociale, ha dedicato la sua attività di saggista ai grandi temi del rapporto tra individuo e società, della reciprocità uomo-donna, ad autori del Novecento (Simone Weil, Ignazio Silone, Paul Ricoeur, Emmanuel

Mounier) e al confronto dialogico tra culture, relazioni interpersonali e spiritualità.

Con La figlia della spagnola, il suo romanzo d’esordio, dà voce a un universo femminile segnato da coraggio e fragilità, restituendo al passato la sua forza di verità.

Link pubblicazioni:

www.centropersonalista.it/wp-content/uploads/2020/06/pubblicazioni-giulia-paola-di-nicola.pdf


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...

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