Conosciuto per il suo simbolismo, sin dalla tenera età ha mostrato una certa propensione per l’arte

A voler definire William Blake, si può affermare che ha rappresentato l’ artista rivoluzionario: è con lui che si ha l’inizio dell’età romantica. La sua personalità ha avuto una violenta reazione a tutte le forme di controllo sull’individuo. Politicamente ha appoggiato sia le rivoluzioni americane che francesi; in aggiunta, si è schierato dalla parte dei poveri e degli oppressi, denunciando la loro condizione in molte poesie, come in The Chimney Sweeper. William si scagliò contro istituzioni nazionali come la Chiesa e la Corona britannica. Blake concepiva la società in cui viveva come una tiranna che, avvalendosi dei vari mezzi della cultura, come la filosofia, opprimeva gli uomini nati senza potere. La poesia di Blake, per via del suo articolato simbolismo, risulta di difficile comprensione. L’autore decise di avvalersi del simbolismo poiché riteneva che il mondo fisico potesse essere letto come il libro di Dio. Ogni cosa e persona, per lui, non doveva essere concepita in senso stretto, ma come simbolo di una realtà trascendente. Blake utilizza sintassi e linguaggio abbastanza semplici ed uno stile in apparenza ingenuo; ricorre a ripetizioni, ritornelli e schemi di accenti regolari, tipici di canzoni per bambini, ballate e inni.

William Blake nacque a Londra il 28 novembre 1757, in una famiglia benestante. Fu la mamma di William, Catherine, a provvedere all’educazione di suo figlio; per questo non frequentò la scuola. William mostrò fin da subito una predisposizione per l’arte, ricevendo l’incoraggiamento da parte del padre James, un venditore di maglieria. A dieci anni giunse in una scuola di disegno e poi fu apprendista presso due incisori. Blake non era una persona estroversa e non godeva di un ottimo rapporto con i suoi compagni; per tal motivo trascorreva molto tempo da solo nell’Abbazia di Westminster, elaborando schizzi preparatori per illustrazioni di libri d’antiquariato. In questo periodo germogliò in William l’importante passione nei confronti dell’arte del Medioevo. Entrò a far parte, nel 1778,  della nuova Royal Academy of Arts e qualche anno dopo aprì una rivendita di stampe. Verso i vent’anni di età, rimanendo sempre legato alla scrittura e alle arti visive, Blake iniziò a scrivere poesie. Nonostante il padre non fosse concorde, il 18 agosto 1782 Blake si sposò con Catherine Boucher, figlia di vent’anni di un fioraio ambulante. È grazie al marito che Catherina, analfabeta, imparò a leggere e a scrivere; lei da parte sua, fu da supporto per William nelle molteplici fasi del suo lavoro di editore. Il loro fu un matrimonio felice ma non ebbero figli. William perseguì l’obiettivo di unire testi poetici e illustrazioni sulla stessa lastra, ottenendo un nuovo tipo di stampa che potesse realizzare ciò. Questa tecnica fu da lui denominata “stampa miniata”. Il primo esempio lo abbiamo nelle Songs of Innocence, la sua prima raccolta di poesie, pubblicata nel 1789. Nel 1794 l’autore pubblicò le Songs of Innocence and of Experience in un volume combinato; in quest’opera Blake comunicò la sua visione del mondo, ottenuta in una particolare mitologia. Per l’autore le due parti rappresentavano le due facce dell’animo dell’uomo: i primi riguardano l’infanzia, i secondi l’innocenza andata persa in età adulta.

La visione del mondo di Blake presente nelle sue Songs of Innocence and of Experience si evince anche dai molteplici libri ‘’profetici’’ che pubblicò tra il 1790 e il 1804, come The French Revolution e The Marriage of Heaven and Hell. Va sottolineato che il complesso simbolismo di Blake e la rielaborazione personale del mito, dei materiali biblici e storici sono ottenuti nel miglior modo nei suoi dipinti e incisioni. Blake ha deciso di accettare la parte complessa della vita, nella quale rientra, ad esempio, l’oscurità, piuttosto che pregiudicare la sua visione artistica. Nel 1795, grazie all’amico scultore John Flaxman, conosce Thomas Butts, funzionario pubblico, il quale sarà suo mecenate a partire dal 1799, per i vent’anni successivi. Nel 1803 avvenne un litigio tra Blake e un soldato ubriaco; Blake fu denunciato e accusato di essere responsabile della lite e di aver dichiarato frasi contro il re e l’esercito. L’anno successivo fu tenuto il processo e grazie ad un amico venne assolto dal tribunale di Chichester. Qualche anno dopo, ci fu una mostra di Blake nella casa natale; la mostra fu un fallimento, gravando rilevantemente sull’autostima dell’artista. Blake, però, fu supportato da un piccolo gruppo di amici fedeli. Successivamente la sua fama di poeta e di pittore di soggetti apocalittici e profetici accrebbe. Fu ritenuto un artista folle, stravagante, straordinario cantore del divino e del ferino. Ebbe l’incarico di illustrare la Divina Commedia, compito non portato a termine ma rimangono 102 acquarelli di uno straordinario effetto visivo. Quattro anni prima della sua morte, nel 1823, commissionò per sé una maschera funeraria, non volendo che i suoi lineamenti fossero equivocati dopo la sua scomparsa. Rifacendosi a tale maschera, il pittore Francis Bacon avrebbe realizzato cinque ritratti. Morì il 12 agosto 1827, a Londra. Solo grazie al denaro prestatole dal giovane amico, il pittore John Linnell, la moglie Catherine riuscì a pagare il costo del funerale.


FonteIn coperta: ritratto di William Blake, di C.B. Currie
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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.