Vorrei che fosse la Vigilia di Natale tutti i giorni. Vorrei che tutti i giorni fossimo indaffarati per comprare un regalo col cuore e non per tradizione, per preparare la cena per la famiglia senza che ci sia una ricorrenza

Quando suona la sveglia, il mondo è già in piedi da un’oretta. Sul calendario è un giorno come gli altri, ma sappiamo tutti che in fondo non lo è. Saranno i rumori, i profumi, ma questa giornata ha sempre un ché di speciale. Il mattino frenetico ma relativamente silenzioso, l’incalzare del tempo che riempie via via le strade, che scalda l’aria più o meno fredda di dicembre, le persone indaffarate, i regali da comprare, gli amici da incontrare … Un giorno pieno, più pieno del solito, che rompe la routine e stanca di una stanchezza che fa bene al cuore.
Come ogni anno, i programmi per la giornata sono tantissimi… farò tardi, come sempre!
La casa è già piena di profumi, sono giorni che si programma il menù per i giorni di festa. Prendo il caffè e comincio la giornata.

Quando esco è quasi mezzogiorno. Giro l’angolo e imbocco la strada per il centro.
Sono anni che la faccio, sempre lei, sempre la stessa. A giorni la odio. Ma oggi l’adoro. C’è il sole, ma le luci di Natale sui balconi sono tutte accese. La percorro con calma, a passo lento. Mi concentro sul brusio senza fare attenzione alle singole parole. Sento, vedo, la frenesia delle persone ancora impegnate con la spesa, il volto rilassato dei ragazzini che per oggi sono grandi, il sorriso stanco ma sereno dei negozianti che pregustano il relax del giorno di festa. Mi immagino di guardare dall’alto questo scenario quasi surreale, mi immagino di non esserne parte e guardarlo da fuori, come un quadro, un video, un film. Mi sorprendo, anche se è così ogni anno, anche se non c’è nulla di poetico, mi sorprendo. E sorrido.

L’odore di fritto impregna le strade, i vestiti, i corpi. In centro c’è una gran confusione: la musica, le persone, i bar pieni, i regali … Il rumore è così forte che si fa fatica a sentirsi, e per parlare bisogna urlare. Stranamente, questo non mi infastidisce… perché oggi è oggi.

È già buio quando mi incammino verso casa. I miei vestiti, i miei capelli, persino i miei occhi danno di fritto. Ci penso e mi viene da ridere… Rido al pensiero di quanto tempo ci vorrà per far andar via quest’odore da… ovunque!!! Mi ritrovo sulla via di casa, la strada che dal centro porta a casa mia. Giro l’angolo ed eccola, di nuovo lei, quella via che a giorni odio, ma che oggi adoro. Le luci sui balconi sono ancora accese, ma ora regna il silenzio. Cammino lentamente, assaporando il rumore di ogni mio passo sul marciapiede. Alzo lo sguardo e percorro con gli occhi tutto il perimetro della strada, fino in fondo, indugiando sulle luci rosse, verdi, blu, che lampeggiano sulle ringhiere, sui riflessi colorati sulle finestre degli alberi di Natale. Mi sembra quasi di entrare in ogni casa e sentire il calore di ogni famiglia felice. Penso a quanto bella è questa strada con tutti questi colori e mi chiedo quanto può sembrare vuota tutto il resto dell’anno. Mi domando quanto vuote sono le nostre vite durante l’anno, quando la routine, il lavoro, i pensieri e le cose da fare oscurano anche quello spiraglio di bellezza che illumina le nostre giornate e di cui nemmeno ci accorgiamo.

Vorrei che fosse la Vigilia di Natale tutti i giorni. Vorrei che tutti i giorni fossimo indaffarati per comprare un regalo col cuore e non per tradizione, per preparare la cena per la famiglia senza che ci sia una ricorrenza. Vorrei che tutti i giorni preparassimo il nostro cuore all’arrivo di qualcuno, che sia un bambino, un profugo, un povero o un re, come il Gesù che nasce stanotte. Vorrei che il Signore che nasce stanotte nascesse tutte le notti. Vorrei che ogni domani fosse Natale.