Chi non gioca vince sempre. E vince anche chi vedrà questo film: perché potrà conoscere verità che nessuno dice sul “gioco d’azzardo legalizzato”. Vivere alla grande è il film documentario che mette a frutto tre anni di ricerche, documentazioni, interviste e “chiacchierate” con medici, esperti, attivisti sul campo e giocatori patologici. La pellicola ha partecipato al Festival del film di Locarno ed è una produzione Human Tree, con la collaborazione di Banca Etica, Libera Puglia e la Compagnia Shahrazad.
Odysseo ha provato a analizzare un po’ di numeri e ha colto l’occasione di intervistare Fabio Leli, che di Vivere alla grande è autore e regista.
Domanda banale: perché un film sull’azzardo?
Se mi permette, la domanda dovrebbe essere perché non un film sull’azzardo. Basta fare due passi in qualsiasi città italiana, in qualsiasi paese, soprattutto in quelli più piccoli, per vedere l’invasione dell’azzardo in tutti gli aspetti di una giornata tipo di qualsiasi italiano medio. Diciamo così: ce l’hanno infilato dappertutto e quindi è difficile non interessarsi ad un problema del genere che però per molti, purtroppo, per la maggior parte dei cittadini italiani non è un problema, ma è addirittura un’opportunità. E, finché verrà vista come un’opportunità e non come un drammatico problema, l’Italia non si riprenderà mai da questa cosa qui, perché al gioco d’azzardo gli Italiani ci spendono 90 miliardi di euro l’anno: soldi che vengono sottratti all’economia reale, quella che coinvolge tutti noi, mentre il gioco d’azzardo riguarda solo pochissime persone che si arricchiscono con la politica che ha prestato il fianco a questo sistema malvagio.
In passato ha fatto scalpore la notizia di finanziamenti versati da Lottomatica e Sisal a una fondazione riconducibile all’allora premier Enrico Letta. In realtà, la matassa azzardo/politica è ben più intricata e il suo film vi getta una luce giustamente impietosa…
Guarda, il mio Vivere alla grande non lascia scampo, nel senso che gli aspetti che coinvolgono l’intreccio politica/azzardo sono davvero tanti: e non mi riferisco solo a quelli più espliciti, ma ancor più ai legami impliciti e sommersi, che sono quelli più difficili da sgamare. Penso a quegli atti politici non espressi direttamente da una legge o da un decreto, ma da un sistema che ormai è una piovra che ha esteso i suoi tentacoli ovunque ed è riuscito ad entrare anche nella finanza, nei mass media, nell’economia, nella Borsa, che ormai è diventata a sua volta un gioco d’azzardo, e così via… fino ad arrivare nelle tasche delle persone: perché già col nostro telefono è possibile puntare sui casinò online; metti il numero della tua carta e vai: ti puoi dissanguare fin quando vuoi. È un sistema davvero complesso ed è una delle lobbies più potenti che al momento sono presenti in Italia.
Vivere alla grande dovrebbe essere visto in tutte le Scuole, non crede?
Sì, certo. Ed ha già cominciato il suo giro. Ad oggi, più di tremila studenti l’hanno visto in varie città di Italia, ma siamo solo all’inizio. L’ultima proiezione l’abbiamo fatta a Mantova e l’attenzione dei ragazzi è stata come sempre altissima, nonostante ci sia qualcuno che non vuole che questo film venga visto. La cosa singolare è che tra quanti osteggiano questo film ci sono associazioni che sulla carta sono nate per combattere il gioco d’azzardo. Ora, è quanto meno strano che associazioni che si dicono contro il gioco d’azzardo poi non vogliono che questo film venga visto né dagli studenti né da tutti gli altri.
L’ultima domanda il cronista la rivolge ai benevoli lettori: sapete chi sia il colonello Umberto Rapetto e perché sia stato congedato in poco più di 72 ore dalla Guardia di Finanza? Se siete curiosi e non conoscete la risposta, vedetevi Vivere alla grande. Scoprirete queste e molte altre amare verità.
Bel servizio Paolo, ti ringrazio per la tua collaborazione. Riccardo.