M. Agostinacchio, In the islands of the boughs. Nelle isole dei rami (Ideapress 2023).

Visioni e parole: potrebbe essere presentato così, come in un flash, il connubio che dà vita a In the islands of the boughs. Nelle isole dei rami (Ideapress 2023).

Le visioni sono quelle offerte dal pennello di Paola Munari, le parole sono invece della poetessa Marina Agostinacchio che, folgorata dai dipinti di Paola, offre acquerelli di parole in versi e folgora a sua volta chi la legge.

Da un lato un’artista della figura, Paola, che ama la cura dei particolari e propone visioni oniriche, in cui materia e spirito si incontrano in una dimensione contemplativa.

Dall’altro il “cuore pensante” di Marina che usa le parole come se fossero colori e che ripercorre La solitudine del tronco, …”Nella screpolatura dove alloggiano la lingua e l’occhio” o che indaga il “come”, il “quando”, di una Pelle cucita in filigrana, o, ancora, che si batte in un corpo a corpo con le Betulle:

Ruvide contro un ruvido. Ad armi pari
combattiamo.

Anche la parola di Marina, però, si fa visione, lasciando spazio al silenzio e al non detto, alla contemplazione, all’ascolto intimo della voce della Natura e dei suoi segreti, del dolore del tempo che intacca una corteccia così come la pelle e il cuore di un uomo.

È un’arte, sia quella di Marina che quella di Paola, che insegue il simbolo e l’archetipo, la parola universale e la fatica di esistere, il duro mestiere di vivere, della pianta come dell’essere umano.

È un’arte che cerca Protezione e, perciò, si fa invocazione di un “arreso e risorto”.

È un’arte che cerca un “codice, alfabeto né più mio, né tuo” (Chioma che si irradia) e che “non abbassa mai la guardia” (Tieni quel che rimane).

È, infine, un’arte che, in un tempo i cui tutto – valori, legami, significati e relazioni – sembra evaporare, s’attaglia ancora su ciò che rimane.

Resti
Tutto raccoglie il mare,
pietre e carcasse d’albero. Sarà l’intento di un Arcangelo travestirmi con la visiera più aguzza sul volto. Così
mi difendo dal fango, proprio dove batte l’onda e i sassi rispondono.
— Ancora germoglio.

***

I quadri presentati in In tue islands or tue bougus. Nelle isole dei rami, hanno fatto parte dell’esposizione «Il Popolo in piedi L’energia degli Alberi nel linguaggio dell’Arte» del 1 Giugno 2017 – Spazio Artemisia Padova.

***

MARINA AGOSTINACCHIO vive a Padova, dove è nata nel 1957. Si è laureata con una tesi sugli scritti letterari di Antonio Banfi. Ha insegnato Lettere nella scuola dal 1983 al 2020. Nel 2002 è stata tra i vincitori del premio internazionale Eugenio Montale per l’inedito. Sul n. 178 di “Poesia”, la rivista di Nicola Crocetti, è uscito, nel dicembre del 2003, Elegia, un poemetto dedicato al padre.
Ha pubblicato le seguenti raccolte: Porticati, Ro Ferrarese (FE), Book Editore, 2006; Azzurro, il melograno, Pasturana (AL), Puntoacapo Editrice, 2009; Lo sguardo, la gioia, Narcissus Self Publishing, 2012; Tra ponte e selciato, con illustrazioni di Paola Munari, Ve- nezia, Centro Internazionale della Grafica, 2014; Statue d’acqua, corredato da illustrazioni e incisioni dell’artista Elena Candeo, Venezia, Centro Internazionale della Grafica, 2015; Bab el gherib (La porta del vento), con illustrazioni di Graziella Giacobbe, Sesto San Giovanni (MI), Mimesis Edizioni, 2018; Trittico berlinese, con illustrazioni di Elena Candeo e Paola Munari, New York, Idea Press 2021; Dialogo con Albertine, con illustrazioni di Elena Can- deo, Caravaggio (BG), Divinafollia, 2022.

PAOLA MUNARI: è nata a Este e vive a Padova. Ha insegnato arte e lettere nella scuola.
Tra le Esposizioni personali si annoverano: “Colori di danze”, Montegrotto Terme, Villa Draghi, 2008; “Armonie”, Monselice, Complesso monumentale San Paolo, 2009; “Era. Sfumature di un tempo ritrovato”, Este, Circolo culturale La Medusa, 2012; “Sequenzialità’, Padova, 2014; “Il popolo in piedi”, Padova, Arte- misia, 2017.
Ha illustrato l’antologia di poesie e racconti Base per altezza diviso… tre, Pa- dova, La Chiave, 2003 e la raccolta di poesia di Marina Agostinacchio, Tra ponte e selciato, Venezia, Centro Internazionale della Grafica, 2014. Sue illustrazioni sono apparse in diverse riviste e libri.


Articolo precedenteCostruire: infinito presente
Articolo successivoStoria delle Olimpiadi. LONDRA 1908
La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...