I bambini effettuano esperimenti mentali guidati dai protagonisti
Bimbi aguzzate l’ingegno! Non è mai troppo presto per il problem solving. L’evoluzione delle ricerche di psicologia dell’età evolutiva e i conseguenti programmi educativi stanno rivoluzionando le strategie per favorire l’apprendimento. L’infanzia è al centro delle attenzioni di genitori, esperti, studiosi. Bisogna affrontare subito la matematica. Brutta bestia per molte generazioni di studenti. È necessario prenderla di petto. Dall’inizio. In modo piacevole e con giochi educativi. Un giro veloce per librerie e maxistore di giocattoli fornisce l’idea del cambiamento culturale sulle competenze scientifiche. Si semina oggi per ottenere risultati proficui domani. Allettanti le proposte: robotica educativa in primo piano, ma anche rivisitazione di giochi famosi come Sapientino e Allegro chirurgo.
Ce li avevano le generazioni precedenti. Forse non hanno sempre funzionato. Oggi sembra che si lavori su una mentalità da costruire fin dall’inizio. I bambini sembrano attratti dalla risoluzione dei problemi. E nelle librerie appaiono testi per l’infanzia di impianto costruttivista. Hanno più funzioni: stimolare alla creatività e alla relazione con il mondo. La realtà non è come ci appare a prima vista. Lo suggeriscono libri che annunciano alcuni oggetti per poi svelarne altri. “Se io tocco” di Lucia Scuderi, per esempio, mette in relazione oggetti diversi con le stesse sensazioni tattili. Un chiodo e un riccio producono lo stesso effetto, ma possiamo sperimentare anche il ruvido, il molle e mettere insieme un albero e un elefante. Gli incastri permettono di sviluppare la motricità fine e di scoprire nuovi oggetti o di imparare le prime parole.
Montessori comincia a trovare terreno fertile in una cultura italiana direttiva. La fase prescolare è delicata: si pongono le basi per l’avvenire della persona. Pare che se ne stia prendendo atto e che il bambino cominci a essere protagonista della cultura. I cartoni animati quale ruolo giocano? Sono strumenti diseducativi? Sarebbe opportuno non abusare di “cattiva maestra televisione”. È necessario, tuttavia, liberarsi di un paio di preconcetti. Il primo: in Tv non ci sono soltanto trasmissioni che conducono i bambini alla perdizione. Secondo: al bando “negli anni ‘80/90 avevamo…”. Certo, ci sono stati cartoni e serie televisive indimenticabili. Ma non tutta l’offerta per le nuove generazioni è da scartare. Anzi. Nell’approccio con la prima infanzia, possiamo ottenere alcuni obiettivi: aumentare e consolidare la padronanza lessicale, migliorare la comprensione del mondo e degli eventi, dirigere lo sguardo all’esterno. Tre esempi. Blaze e le megamacchine, Curioso come George e l’inossidabile Topolino. La serie di Cartoonito su macchine da corsa antropomorfe regala emozioni e avventure. L’esca per presentare quesiti di fisica o matematica. Confronto fra la velocità di una macchina e una ruota panoramica, l’accelerazione necessaria per superare ostacoli, come utilizzare una leva.
I bambini effettuano esperimenti mentali guidati dai protagonisti. Stesso meccanismo ne “La casa di Topolino”. Insieme agli amici Pluto, Pippo e Paperino e alle compagne Minnie e Paperina, il personaggio più famoso della Disney conta, somma, classifica. E si serve di strumentopoli per risolvere situazioni che hanno bisogno di aiuti supplementari. È lo stesso Topolino a porre quesiti a piccoli telespettatori. Qualche secondo di pausa. E la risposta. Con un rinforzo per rendere gratificante l’esperienza. Una versione più aggiornata e indirizzata al sapere scientifico rispetto al passato. In aggiunta l’esaltazione dell’amicizia e del lavoro di gruppo. Molti cartoni insistono su questo punto. La squadra vince. Il singolo è destinato allo scacco e al ridicolo. Un concetto che cerca di apprendere George, la scimmia alla ricerca di esperienze per crescere. Il protagonista della serie di Fresbee non verbalizza le sue scoperte. Ma la curiosità attira il pubblico e lo porta a svelare misteri e situazioni ingarbugliate. Il meccanismo del giallo è alla base di storie, che invitano il lettore alla partecipazione attiva e ne tengono desta l’attenzione. La propensione alla ricerca e un lessico articolato saranno i risultati di queste prime esperienze televisive dei bimbi fino ai tre anni. Con moderazione. Provare e verificare.