
Versi di Domenico Canciani, voce di Michela Diviccaro
Esci nel verde
tra gli ulivi e i mirti
e subito ti colpisce
l’albero malandato,
rami stecchiti, contorti,
le molte ferite
d’una terra malata.
Non le scorge il turista
in corsa verso il borgo
sulla strada asfaltata.
Il grande arancio,
colpito dal mal secco,
non dà più frutti ormai.
Erbacce e detriti
infestano il prato
della casa abbandonata,
per più lauti guadagni.
Uno dopo l’altro
sulla via del mare
muoiono gli antichi carrubi,
pendono dai rami,
secchi e duri, i neri baccelli.
Dall’uscio aperto di una casa,
porte e finestre d’ammuffito rosso,
scorgo un vecchio, arruffato,
annuvolato in volto,
la testa china sul tavolo,
il torso nudo, muto.
Alterca irata da una stanza
la vecchia madre
col figlio in piedi,
gli occhi duri, scuri,
pronto ad andarsene.
Dalla collina acre scende
l’odore di un incendio:
Amara terra mia…