La cantante andriese Valeria Mosca omaggerà la cantautrice britannica, Amy Winehouse, passando in rassegna tutti i brani di un repertorio
Era il 23 luglio 2011 quando il mondo della musica pianse il talento di Amy Winehouse, probabilmente una delle cantanti e delle personalità più influenti della scena artistica degli ultimi decenni.
Giovedì 30 maggio, alle ore 21, presso il “Liceo Scientifico R. Nuzzi”, nell’ambito dell’appuntamento “Jazz…In”, promosso dal dott. Stefano Porziotta, la cantante andriese Valeria Mosca omaggerà la cantautrice britannica passando in rassegna tutti i brani di un repertorio che, seppur limitato, ha segnato le coscienze e le armonie dei più grandi musicisti di sempre, affascinati da un timbro di voce sui generis, uno stile unico di canzoni entrati già nella Hall of Fame della discografia internazionale.
“E’ stato un lavoro interiore. – ha spiegato Valeria Mosca – Ammetto che quando mi è stato proposto l’evento ero un po’ scettica e titubante. Approcciarmi, insieme ad Alessandro Spinelli, Pierpaolo Confalone, Roberto Marasciuolo e Fabiano Cirulli, ad un mostro sacro come Amy Winehouse non è stato affatto facile. Nonostante emularne le note interpretative sia praticamente impossibile, cercherò di trasmettere al pubblico le emozioni e gli stati d’animo di una donna a tutto tondo, genio e sregolatezza di chi amava vivere borderline, offlimits, contro tutto e tutti, sfidando le banalità del suo tempo, che è un po’ anche il nostro.”
Considerata la precorritrice e l’antesignana del cosiddetto “soul bianco“, Amy Winehouse si è consacrata, durante i suoi soli 28 anni di vita, come una delle principali esponenti di una nuova generazione di cantautorato, un mood maledetto increspato nei vizi di una gioventù bruciata troppo in fretta, un mix di droga e alcol che racconta, in maniera distruttiva e autolesionista, le difficoltà di un’esistenza ricolma di effimero successo e grama di valori morali.
“Omaggio ad Amy Winehouse“ è un viaggio di sola andata nella spiritualità di una ragazza che aveva molto da raccontare e raccontarsi, è l’introspezione indipendente che, oggi più che mai, fa da contraltare alle logiche commerciali a cui solo un animo libero può scegliere di non piegarsi.
Scalando le hit parade, Amy ha conquistato ben cinque Grammy Awards. Ha esordito nel 2003 quando, con notevole successo di critica e pubblico, ha inciso l’album “Frank“. Ma è il secondo disco “Black to Black“, sospinto dai singoli “Love is a losing game“ e “Rehab“, a rompere gli schemi strutturali melodici e abbracciando, invece, tonalità avveniristiche, un fresco refolo di vento nelle aride sabbie mobili di tormentoni stantii e poveri di vis poetica.
“Amy Winehouse ha ispirato gente come Duffy, Adele e Lady Gaga. – continua Valeria Mosca – La sua impronta è tangibile ad ogni livello. Sarebbe bello se gli spettatori, sentendomi cantare, pensassero a lei come ad un essere fragile frantumatosi troppo in fretta ma, non per questo, meno prezioso. “
La cittadinanza è invitata