«Vita, io ti credo»
(Mogol e Mario Lavezzi)
Ultimamente sto provando a farmi due doni: ascoltare più musica e tornare a strimpellare qualche accordo, dopo più di dieci anni in cui avevo lasciato che le mie due chitarre, una acustica l’altra classica, prendessero solo polvere.
Mi fa bene. A volte basta veramente poco per farsi del bene, lo hai mai pensato?
Stamattina, dono di un fraterno amico, ho ascoltato e riascoltato “Vita”, cantata da Dalla e Morandi.
Poesia pura, per quanto mi riguarda.
Un invito accorato a credere nella vita, sempre e comunque, oltre le nebbie che si diradano. Lasciandosi alle spalle il passato che spesso ci grava, che magari ci ha lavato l’anima fino quasi a renderla un po’ sdrucita, segnandoci con cicatrici che sono rughe un po’ feroci sugli zigomi.
È che la vita urge viverla, sempre e comunque essa ci attraversi, anche quando tocca rotolarsi per non dover ammettere di aver perduto.
Vabbè, ripeto l’invito che già ti avevo rivolto con Gianmaria Testa: lascia pure il mio caffè e valla ad ascoltare, questa canzone.
Ti farà bene. A volte basta così poco per farsi del bene.
È che noi spesso siamo duri a comprenderlo. A volte lasciamo che la vita ci sporchi, permettiamo alla sofferenza di toccare il limite e non sempre le permettiamo di mutarsi in fiore.
È per questo che sono grato al tempo, il migliore Maestro che conosca, e credimi: ho avuto la fortuna e il privilegio di incrociare il passo di tanti e grandi Maestri…
È il tempo che segna e insegna. Che dilata orizzonti, spaccando il cuore.
È il tempo che ci vede forse un po’ più stanchi, ma più liberi.
È il tempo che ci urge.
Caritas Christi urget nos (l’amore di Cristo ci sospinge), predicava san Paolo. Urgenti di un amore che raggiunge chi lo vuol respirare, traducono – a modo loro – Mogol e Lavezzi.
È l’urgenza di chi sa di non avere tutto il tempo che vorrebbe. È l’urgenza di chi vuol raggiungere l’Amato. È l’urgenza di chi vuol dare la vita. È l’urgenza che si fa respiro e ritmo, ora in discesa, il più delle volte in salita.
È l’urgenza che ci rende vivi.
Ed è così bello essere vivi. È così bello respirare.
Alessandro Mannarino:
«Posso dirti una cosa da bambino?
Esci di casa, sorridi, respira forte
Sei vivo, cretino».
Kahlil Gibran: «Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici».
Albert Camus:
«Mia cara,
nel bel mezzo dell’odio
ho scoperto che vi era in me
un invincibile amore.
Nel bel mezzo delle lacrime
ho scoperto che vi era in me
un invincibile sorriso.
Nel bel mezzo del caos
ho scoperto che vi era in me
un’invincibile tranquillità.
Ho compreso, infine,
che nel bel mezzo dell’inverno,
ho scoperto che vi era in me
un’invincibile estate.
E che ciò mi rende felice.
Perché afferma che non importa
quanto duramente il mondo
vada contro di me,
in me c’è qualcosa di più forte,
qualcosa di migliore
che mi spinge subito indietro».
***
Meravigliose riflessioni che ti stimolano a non sprecare più il limitato e prezioso tempo. 👏😊🍀
Grazie a te, instancabile viaggiatrice!
Senza riflettere si cade, precipitevolissimevolmente…
Grazie, Salvatore. Quant’è vero!