Alcuni maschi dovrebbero tenere ben impresso nella mente e nel cuore che una “femmina” prima di essere donna è un essere umano, una persona non un contenitore in cui svotare i propri bisogni.
“Ninna nanna, ninna oh, questo bimbo a chi lo do?
Lo darò alla Befana che lo tiene una settimana
Lo darò all’Uomo Nero che lo tiene un anno intero.
Lo darò all’Uomo Bianco che lo tiene finché è stanco
Lo darò al Saggio Folletto che lo renda Uomo perfetto”
Questa è una storia in bianco e nero. Uomo bianco e donna nera. Uomo dai modi gentili e simpatici, ma pronto a colpire violentemente dopo aver fatto il pieno dei suoi capricci, una volta soddisfatto il desiderio e il piacere di godere con un corpo di donna nera.
“La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”, affermava Isaac Asimov, ma quella sulle donne è l’ultimo rifugio degli idioti.
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“Buonasera, mi chiamo Victoire e sono nata il 17/12/1966 nella mia Camerun, precisamente a Yaunde, dove ho vissuto serenamente con la mia famiglia gran parte dei miei anni, seppur in povertà, ma con grande dignità.
Avevo 46 anni quando arriva nel mio paese un uomo bianco italiano che per gusto di viaggiare e scoprire il mondo sceglie come meta il Camerun e la sua intramontabile unicità e bellezza.
In quest’occasione conosco l’uomo bianco italiano, che con i suoi costumi e i suoi modi gentili conquista la mia simpatia. L’uomo bianco italiano riparte, rientra nel suo paese natio, Minervino Murge, e nel contempo iniziano le conversazioni telefoniche e messaggi via facebook.
Dopo poco tempo ancora, l’uomo bianco italiano ritorna nella mia Africa, nel mio paese, a Yaunde, per rendere ancora più profonda le nostre affinità, che via via andavano sempre più maturandosi e consolidandosi per una vera relazione, sana, bella, vera.
Mi sposo con l’uomo bianco italiano nella mia Africa, poco dopo per la prima volta vedo l’Italia, la Puglia, Minervino Murge dove mi sposo civilmente.
Al principio tutto andava per il meglio, tutto era bello, la casa, i mobili, l’arredo, ma dopo circa un anno tutto cambia, divento vittima di violenze inaudite da parte dell’uomo bianco italiano. In particolare, ricordo che una sera, mentre ero intenta alla preparazione della cena, l’uomo bianco italiano con un bastone di ferro mi colpisce alla testa facendomi perdere conoscenza.
Poi successivamente mentre l’uomo bianco italiano per pranzo e cena si fermava in locande di ristoro, io di nascosto ricevevo per solidarietà dal vicinato l’indispensabile razione di pasta, pane, latte e altri viveri di primaria necessità.
Poi finalmente ho avuto il coraggio di recarmi presso il Commissariato di Polizia di Minervino Murge, dove mi hanno consigliato di recarmi presso i Servizi Sociali del Comune di Minervino.
L’assistente sociale preposto ha fatto le sue valutazioni e mi ha consigliato di abbandonare il tetto coniugale e trasferirmi ad Andria nella Casa Famiglia “Chiara Lubich” dove attualmente risiedo e vivo con altre tre persone.
Il primo periodo di accoglienza non è stato per nulla facile, le violenze subite turbavano costantemente la mia psiche, al punto che con gli operatori e volontari della Comunità Migrantesliberi abbiamo fatto il primo accesso presso il Centro Salute Mentale di Andria, dove attualmente sono in cura, e il Centro AntiViolenza, per un supporto psicologico.
Oggi, grazie al mio coraggio e a Don Geremia, Francesca, Antonio, Agnese, Giusi, ho ripreso a vivere il mio equilibrio psicofisico, scompensato dall’uomo bianco italiano.
Con la mia storia voglio dire che la violenza non ha colore, ma è disumanità, e la disumanità a volte è bianca, altre nera, non esiste una norma della violenza, esiste la norma dell’amore”.
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L’uomo si distingue dagli animali per la ”razionalità”, troppo spesso, questa, viene sotterrata, tanto che diversi uomini agiscono in un modo che neppure gli animali, forse, oserebbero. Il mostro non dorme sotto il letto. Il mostro può dormire accanto a te. L’uomo bianco, che era andato alla ricerca della donna nera perché desiderava amarla con tutte la sue forze, attenzioni, passione, protezione… diventa il più grande incubo, il mostro, l’uomo-bianco da cui scappare.
Alcuni maschi dovrebbero tenere ben impresso nella mente e nel cuore che una “femmina” prima di essere donna è un essere umano, una persona non un contenitore in cui svotare i propri bisogni.
Che dire, è una faccia di realtà in cui viviamo e che ha bisogno di essere denunciata ogni volta che si manifesta. Che il Signore ci dia la forza di perdonare e non giudicare. Auguro alla signora di poter incontrare un amore vero che le faccia conoscere l’altra faccia della realtà.