
La primavera natalizia del centro di Roma
In centro a Roma domenica 13 dicembre, sul finire del 2020 ricco di sorprese non immaginabili, tanta gente è andata in giro dopo più di una settimana di brutto tempo. A Piazza di Spagna è stata una natalizia primavera in cui si sono schiuse speranze fragili a intermittenza, che si barcamenano tra la prudenza e l’inevitabile presa d’aria dell’oggi, oltre le prese in carico del domani nei quasi ultimi – si spera – mesi di battaglie anti-covid prima delle vaccinazioni.
I giuochi cromatici a Piazza Navona sulle statue che incantano le coppie e le famiglie, i gruppi di amici e i ritrovati, i singoli e gli associati, i giovani e i meno giovani, tutti in mascherina in una meravigliosa cooperazione civica, con la consapevolezza di vivere scrivendo pagine indimenticabili a loro modo.
Intanto sabato sera, nel freschissimo preludio di quella tanta bellezza primaverilnatalizia, adagiati su di un lato del proprio corpo alcuni signori senzatetto erano per terra davanti alla stazione Termini, senza mascherina, dimenticati dal mondo nel mondo. Lontani dalla gente ma tra la gente, consapevoli di essere fuori dal brulicare dei meccanismi di relazione sociale eppure così a contatto con le ansie di quel terreno che tutti calpestano con fretta. Forse liberi da ogni finalismo quotidiano, i senzatetto tra consapevolezze diverse dal solito e inconsapevolezze, tra degrado psico-igienico e socio-somatico, tra intelligenze e amarezze, vedono un mondo che si maschera per proteggersi.
Potremmo chiederci se a colorare il terreno di un relativistico nichilismo siano i nostri passi di buoni civili affrettati dal da fare per ricercare, amare, conquistare, mantenere, prolificare i nostri posti nel mondo sociale più o meno organizzato, oppure se siano i loro non-passi, il loro corpo intero che accarezza il terreno senza calpestarlo troppo. La relatività delle prospettive può mai giungere a definirsi nichilista in senso spregiativo? Io non credo, quando si tratta di esseri umani, al di là di ogni questione sul degrado e malgrado ogni questione sul degrado.
A Villa Borghese una melodia da un bar nel primissimo pomeriggio diviene un’estensione sonora, che raccoglie all’unisono i cuori di chi vaga per il piano o forte piacere di vagare in libertà all’aria aperta in mezzo ad altri, indistintamente. Le chiese cattoliche accolgono i pellegrini e i curiosi più o meno devoti a santa Lucia vicino alla Via Giulia, mentre in generale Trastevere piange nella sua solitudine incantata, tra ricchi reazionari decaduti da un lato e popolani della bella tradizione stornellara romana dall’altro.
Via dei Condotti è piena di gente, tra le luci gialle che aggrediscono di piacere lo sguardo dei tanti romani e non romani che vi passeggiato, affollando il cuore del centro, in mascherina.
Intanto gli animi rintoccano un ultimatum per la libertà da far vivere a se stessi. Ma è la domenica dopo la pioggia, ancora immersa in una settimana di libero spostamento tra regioni gialle. Il covid c’è, ma ognuno protegge al contempo le proprie necessità esistenziali unitamente alla propria libertà, camminando. Ognuno protegge la propria salute e quella dei propri cari, mascherando il naso e la bocca.
La coscienza neopatriottica ai fini anti-pandemici della cosiddetta prima ondata sbiadisce in una anarchia ad intermittenza verso la proiezione che ciascuno ha di sé allo specchio dei desideri. Gli odori, il tatto delle persone, i colori della bocca da immaginare oltre la mascherina, tutto è da immaginare nei labirinti dello stare insieme indistintamente come in una metropolitana. Le rughe d’espressione solidificano le voglie di aggrappare l’umanità dell’altro, l’alzarsi la mascherina per sistemarla a puntino diviene un gesto in cui ritrovarsi reciprocamente, scivolando oltre i sensi rinchiusi dallo stare insieme indistintamente ai tempi del covid, malgrado il covid.
Chi è l’altro indistinto – e con la mascherina ancor più indistinto – ai tempi del covid, in una metropolitana o in centro metropolitano brulicante di gente? L’altro indistinto, quindi non chi già conosciamo e individuiamo, durante le pandemie diffuse per via aerea è un avvertito come un pericolo per se stessi?
Anche il versante del conscio, in relazione appercettiva intermittente con l’inconscio, può volutamente partorire i mostri irrazionali che trovano inseminazione ma non parto nell’inconscio, nell’involucrare un io che recide le proprie sfide con l’io degli altri. Ed ecco che sovviene il lasciarsi dondolare dai gesti e dagli sguardi, dalle rughe di espressione, nella riscoperta di una causa comune contro cui battersi con le attenzioni di una vita ancora corsara in corso.
Nella greca antichità c’era chi parlava di sinolo indissolubile tra materia e spirito. Oggi, dopo il Novecento del millennio scorso occorre aggiungere le considerazioni sul sinolo noumenico, l’unione indissolubile tra conscio e inconscio ed aree grigie di comunicazione o di schianto tra le due dimensioni della psiche.
All’essere umano, non frantumabile in conscio e inconscio, arriva il prodotto finendo e mai finito dell’unione del conscio con l’inconscio, sempre nella unicità e forse proprio nella irripetibilità transpersonale del divenire di ciascun cosmo individuale. Il covid ci insegna a posarci su noi stessi, scrutando la bellezza del nostro divenire forte nella fragilità della vita-in-sé.
Perciò non risulti superflua una raccomandazione finale …In questo momento occorre indossare rigorosamente la mascherina, coprendo bene sia la bocca che il naso. Occorre tenersi distanziati nei limiti del possibile, anche se è davvero difficile nei mezzi pubblici della capitale o in alcune vie popolate di domenica. Come per tante altre cose, l’assolutezza viene relativizzata dall’incidenza di altri fattori, tuttavia il nostro obiettivo deve essere quello di rimetterci sulla “carreggiata” del metro di distanza e di indossare bene la mascherina.
[…] -“Uniti e mascherati. La primavera natalizia del centro di Roma”, pubblicato su ‘Odysseo’ il 16.12.2020. Il link ad oggi è: https://www.odysseo.it/uniti-e-mascherati/ […]
[…] -“Uniti e mascherati. La primavera natalizia del centro di Roma”, pubblicato su ‘Odysseo’ il 16.12.2020. Il link ad oggi è: https://www.odysseo.it/uniti-e-mascherati/ […]