Prendendo spunto dalla storia recente, un diverso modo di affrontare il virus forse si potrebbe tentare

Good Morning Vietnam! Urlava al microfono al mattino il commilitone dei marines di stanza in Vietnam.

Ed anche questa mattina al bar, mentre appollaiato su un trespolo consumavo il mio caffè con la mascherina doverosamente agganciata al padiglione auricolare “sinistro” come docet il “nostro ministro”, mi raggiungevano le notizie via etere di “ulteriori restrizioni” decise dal Governo per fronteggiare la pandemia ed arginare i contagi. Intensificazioni del numero dei tamponi, protocolli stringenti per i viaggiatori, controlli alle frontiere, visti di ingresso con certificati di Covid negativi.

“Il Presidente degli Stati Uniti Lindon B. Jonhson ha ordinato la ripresa dei bombardamenti in Vietnam, nel Laos e sul delta del Mecong”, ogni giorno, dico ogni giorno, tornando dal Liceo di Molfetta, ad una TV in bianco e nero degli anni ‘70 vedevo perplesso, gli aerei americani che sganciavano bombe al napalm sulle foreste del Vietnam e dentro di me, allora poco più che adolescente, pensavo che “l’America è forte”, che gli “Americani hanno sempre ragione”, che gli Americani hanno vinto la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, che l’America ci ha “liberato” dal fascismo ed ora l’America, che ha sempre ragione, vuole liberare il Sud Est Asiatico dai Comunisti, per cui vai con le bombe… vai con il napalm… hanno ragione… sono Americani…

Si sa non solo come è andata a finire, ma si sa soprattutto come la pensavano i vietnamiti ed  Ho Chi Minh.

Lasciatemi passare questo paragone, un po’ certamente tirato per i capelli, ma siamo a distanza di circa dodici mesi, alla cifra di oltre due milioni di morti per Covid nel mondo. Possibile che a nessun stratega, come l’allora generale Westmorland, venga il dubbio che questa strategia non sia proprio quella giusta? Possibile che nessuno abbia l’umiltà di confessare che tutto ciò che è stato fatto e si continua pervicacemente a fare, stia mostrando i suoi limiti? Non dico che bisognerebbe che tutti i “capi” del mondo, in video conferenza, esprimessero la loro impotenza, ma che almeno con continuassero, dai nostri “capatazzi” i primi a sostenere che le cose vanno bene, che la pandemia è sotto controllo, che tra non molto si svilupperà l’immunità di gregge con i vaccini, e tutto ritornerà come se non meglio di prima. Invece no, appariva in TV la faccia livida ed occhialuta del Presidente Lyndon B. Johnson, con il suo brillante faccione e rassicurava il mondo intero che “l’America vincerà questa guerra, per cui ho deciso di intensificare i bombardamenti in Vietnam, per arrostire i vietnamiti!”.

La settimana scorsa si è insediato il vegliardo neo Presidente USA John Baiden, intensificheremo le vaccinazioni in modo da debellare il virus, a meno che, come noi ben sappiamo il furbacchione è già mutato non una ma più di una volta ed il vaccino, così come è stato elaborato e strutturato, non è già più efficace come si pontificava: vedi quello dell’influenza che purtroppo, come ben sappiamo ha i suoi limiti dovuti alle mutazioni del virus influenzale.

Squilla il telefono: “Dottore, sono la signora Carmela, ha saputo?” – “No, dico io, che è successo?” – “Mio padre, se lo ricorda?” – “Ma certo, tuo padre sempre sorridente” – “Sì, mio padre, il Covid lo ha ucciso a 63 anni!”. Non riesco a proferire una parola, sento un pugno nello stomaco mentre Carmela singhiozza al telefono: “Dottore… dottore!!!”.

E allora dopo questo discorso disfattista ma comunque purtroppo poco contestabile, cosa si potrebbe fare in alternativa, come poi fecero i soldati americani che in tutta fretta abbandonarono Saigon prima che arrivassero i vietnamiti del nord ed i vietcong, ritirarsi?

Cominciamo col dire che piuttosto che continuare noi cittadini a chiedere, proviamo a pensare di dare in termini di “lavoro e dovere”, poi riprendiamoci, la libertà di “fare” e non “subire”. E di pensare che mai come questa guerra contro un nemico invisibile e subdolo è persa e che la strategia va cambiata.

Piuttosto che attendere la difesa personale che ognuno di noi dovrebbe sviluppare con la seconda dose del vaccino Pfaizer e che sicuramene svilupperà, visto che il virus si  propaga da persona a persona, pur tuttavia viaggia nell’aria, perché non provare ad intensificare la ricerca per trovare il modo di distruggerlo prima che ci attacchi e quindi nell’ambiente in cui viviamo?

Insomma, ce lo ricordiamo il DDT che ha sconfitto la malaria?


Articolo precedenteLa frode che morde ogni coscienza (Inferno, XI)
Articolo successivoTempo di voti: “abbi cura di me, ché tutto è così fragile”
Antonio Marzano medico chirurgo, pediatra di famiglia in Bisceglie dal 1985. Liceo Classico a Molfetta. Laurea e specialità presso l’Università di Bari. Ex studente di pianoforte per circa 10 anni da bambino, ha riscoperto la passione per la musica classica a 50 anni e sotto la guida della docente Angela Rosa Graziani, ha ripreso gli studi musicali. Con un gruppo di amici dà vita all’Associazione Musicale Fonè che in dieci anni ha offerto oltre 15 concerti di eccellente livello, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza per la Musica Classica, specie quella interpretata da professionisti del territorio. Lettore vorace ma non onnivoro, ha riscoperto la passione per la scrittura ed il privilegio di esprimere con lo scritto episodi di vita, di professione, di musica e di passioni in genere.