Rosa antico come sua madre, come sua nonna, come il grembo di ogni donna

La sposa aveva una cresta bionda e tutti i capelli rasati intorno. Pareva una guerriera ed era seduta al bar col suo promesso bevendo vino bianco ghiacciato, ridendo per niente, col mare bello verde trasparente da cornice. Aveva un abito che pareva uscita da un quadro di Gauguin e niente di convenzionale. Il barista tenne a dirmi che era un matrimonio con persone di diverse nazioni.

La rividi che attraversava la spiaggia sotto il sole di giugno nella concitazione delle ultime cose da sistemare, nella gioia di salutare i suoi ospiti che cominciavano ad arrivare, originali almeno quanto lei.

Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Chissà chi era e come viveva. Chissà perché aveva, giovanissima, abbandonato casa e patria per andare in un’altra nazione. Chissà i pianti nei giorni bui, la pioggia umida che la bagnava, la tentazione a rientrare dove tutto era più comodo. Forse. Perché magari aveva avuto invece un dolore lancinante, di quelli che ti cambiano i connotati, e volare altrove era stata pura sopravvivenza. Anche cambiare chioma e divenire altro. Perché poi a non avere intorno gente che ti riconosce si prova ad essere un cespuglio. A volte funziona.  La cresta quando se l’era fatta?

Una volta sul ponte vecchio a Firenze avevo visto i primi punk e ne ero rimasta turbata. Creste azzurre e nere quelle, borchie, pelle e sguardi tristissimi. La ragazza in questione aveva scelto invece un bel biondo platino come il sole della sua terra, niente ferri nella pelle. Il campo di grano con corvi di Van Gogh.

La festa è cominciata con la frescura della sera: abito rosa lungo che le stava un incanto, intonato al tramonto del sole.

Di nuovo mi sono chiesta cosa mi colpiva. È che quando il cuore viene fuori vuole un attimo in contemplazione. Era quello un quadro di totale, incondizionata felicità. Era una donna modernissima che in amore diviene antica come la sua mamma e la sua nonna e su per tutte le generazioni. Come il rosa antico che vestiva appunto.  Qualcosa che passa da una sposa ad un’altra per planare diritto su una terrazza sul mare in calma piatta, con fiammelle che si muovono addormentate.

E così la famiglia capita, a volte si sceglie invece e lei se l’era scelta eccome. Chissà chi aveva scelto la musica però.

Ma il mare generoso della giornata afosa aveva ceduto le armi a una distesa traslucida e ferma. Due barche stavano in bilico sulla linea dell’orizzonte. La luna piena si è unita ai curiosi come me.

Auguri e figli al profumo di mare.