…PER LA CASSETTA SMARRITA DA UN CAMIONCINO IN CORSA
Caro Pasquale, amico fraterno, forse rimane sepolto nei meandri dell’oblio, un remoto evento. Con la tua bella nidiata gorgheggiante di pigolii e la garrula Imma viaggiavi, un mucchio di anni addietro, verso Minervino di Puglia, paese raggomitolato su se stesso sulle pendici della sua collinetta alle prime luci del giorno sotto un velo di eteree nuvole.
A debita distanza seguiva la mia scalcinata vettura, un maggiolino arancione, che ogni tanto faceva le bizze per i malanni legati alla sua veneranda età. A bordo, un frastuono di voci e canti. Direttrice del coro mia moglie, mentre i virgulti facevano piacevolmente risuonare l’abitacolo di simpatiche melodie.
Era una domenica mattina, non avevamo fretta, i cardoncelli che eventualmente avremmo raccolto tra le pietre delle Murge avrebbero avuto pazienza nell’aspettarci, anche se di improvvisati raccoglitori sulle brulle terre punteggiate da ferule ed asfodeli già ne scarpinavano in abbondanza con occhi scrutanti.
All’improvviso, la tua vettura si impennò. Sulla corsia stradale una civettuola cassetta di frutta, tremante di paura, aveva lanciato un urlo disperato e tu avevi chiesto aiuto al pedale del freno, che non si era minimamente lasciato pregare.
La portiera si aprì, scendesti. Muovendoti con circospezione, raggiungesti la trepidante cassetta, che d’incanto si tranquillizzò. Era salva e, cosa importante per lei, non si rendeva responsabile di qualche incidente stradale, anche se non le si poteva addebitare nessuna colpa.
Abbandonatala sul bordo della strada su un cumulo di immondizia, miasmi nauseabondi la raggiunsero in un battibaleno, ed il broncio, che le si era disegnato sul viso ti commosse. Allora, riaccattatala, adagiasti dolcemente nel cofano la misera trovatella che ti elargì un generoso sorriso di gratitudine.
In quel momento sopraggiungevo, e tu accostandoti alla vettura commentasti: “Le ho offerto una seconda opportunità. Mi regolo di consueto così non solo con gli umani ma anche con le cose”. Rimasi un attimo stupefatto, la mia testa fece un piccolo movimento all’indietro, poi gli sorrisi e benedissi il giorno che ci aveva offerto l’occasione di conoscerci e frequentarci.
A te ed al tuo civile gesto, indimenticabile, ho pensato stamattina quando, sfrecciando sulla 16 bis mi sono imbattuto in una cassetta di frutta che giaceva sconsolata sulla corsia di marcia. Nessuno dei tantissimi veicoli sopraggiunti si fermava, preferivano deviare, imboccando la corsia di sorpasso.
Accostata la macchina al margine stradale, raccolta l’improvvida cassetta, l’ho invitata ad accomodarsi nel cofano. Non si è fatta pregare e con un salto di gioia ha raggiunto il vano gremito di cianfrusaglie. Non appena ho abbassato lo sportellone e sono ripartito, un allegro trambusto di baci, abbracci e danze frenetiche mi ha fatto sorridere.
A distanza di tanti anni, ancora grazie, amico mio.