“Nessuna luce data è persa”

Christian Bobin è scrittore e poeta francese conosciuto molto poco in Italia.

Questo suo ultimo libro, Un bruit de balançoire, è una raccolta di lettere, genere di scrittura che permette una lettura intima, in cui ognuno di noi può decifrare attraverso il proprio sentire le varie sfumature del quotidiano fatto soprattutto di piccole cose. La semplicità, quindi, per sognare ad occhi aperti e abbandonarsi ad una meditazione cercata e ad un raccoglimento necessario.

Le immagini che le parole di Bobin ci regalano sono estremamente poetiche non solo nella visione mentale che ci viene offerta, ma soprattutto per la forza con cui riescono a far emergere il lato più nascosto e l’anfratto più profondo della nostra anima (“l’âme est ce qui résiste au monde et à nous-même…”/l’anima è ciò che resiste al mondo e a noi stessi ). 

Altre perle preziose tratte dal libro:

“J’ai interrogé les livres et je leur ai demandé quel était le sens de la vie, mais ils n’ont pas répondu. J’ai frappé aux portes du silence, de la musique, et même de la mort, mais personne n’a ouvert. Alors j’ai cessé de demander. J’ai aimé les livres pour ce qu’ils étaient, des blocs de paix, des respirations si lentes qu’on les entend à peine” (Ho interrogato i libri e ho chiesto loro quale fosse il significato della vita, ma non hanno risposto. Ho bussato alle porte del silenzio, della musica e persino della morte, ma nessuno mi ha aperto. Quindi ho smesso di chiedere. I libri mi piacevano per quello che erano, blocchi di pace, respiri così lenti che a malapena li sentivi).

“Le grincement d’une balançoire vide résonne jusqu’à la fin du monde” (Lo scricchiolio di un’altalena vuota riecheggia fino alla fine del mondo)

“La vie écrit au crayon. La mort passe la gomme. Le poème se souvient” (La vita scrive a matita. La morte passa la gomma. La poesia ricorda)

“Je ne crois pas à ce qu’on me dit. Je crois à la façon dont on me le dit.” (Non credo a quello che mi dicono. Credo al modo in cui me lo dicono). 

“Aucune lumière donnée ne se perd. Nous sommes des paillettes d’or détachées d’une statue vivante. Nous sommes des instants de son souffle, des pollens de sa voix, des petites gouttes de pluie qui prennent le train sans billet jusqu’à l’éternel qui est ceci, ici, maintenant” (Nessuna luce data è persa. Siamo lustrini d’oro staccati da una statua vivente. Siamo attimi del suo respiro, pollini della sua voce, piccole gocce di pioggia che portano il treno senza biglietto verso l’eterno che è il qui ed ora).


Articolo precedenteTaverna Dante – Purgatorio, Canto VI (dodicesima puntata)
Articolo successivoLa sociologia voce della democrazia
Mi chiamo Monica Fornelli e scrivo sin da piccolina. Sono una docente di francese appassionata di somatopsichica; lo stare bene per me è essenziale per cui da sempre scrivo per “ricrearmi” un mondo ideale in cui tuffarmi e potermi riequilibrare abbracciando me stessa e al contempo abbracciare virtualmente chi vorrà leggermi. Ho partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali tra cui “Il Papavero d’Oro“, “Levante” indetto dalla rivista Radar Sei, “On the air”, “Nino Palumbo”, ottenendo vari riconoscimenti e menzioni in giornali locali come “la Gazzetta del Mezzogiorno“ e “Meridiano Sud”. Alcune mie poesie sono presenti in antologie quali “Fiori Amori” e “Le stagioni” ed. Barbieri; “Parole senza peso” ed. Writers, “Nitriti al vento“ ed. La Conca, “Il Federiciano” ed. Aletti. Nel 2011 è uscita la mia prima raccolta dal titolo “I colori della vita” (ed. Albatros) presentata anche alla fiera del libro di Torino.