Compie 20 anni questo scrigno prezioso di testimonianze, ricordi e tanta passione, situato nel centro storico di Andria, in via de Anellis, 59

Un bene da tutelare e da valorizzare, tra i pochi del suo genere, ricco di storia, tradizioni e ricordi di un’ infanzia che è sempre presente in ognuno di noi. Compie 20 anni il il Mu.Giò (Museo del Giocattolo), gestito dall’associazione culturale Laportablu, di Andria. Situato nel centro storico, in via de Anellis, 59, questo scrigno prezioso rappresenta un luogo di rara bellezza, dove curiosità e suggestioni sono tra i sentimenti che pervadono l’animo di chi ha la fortuna di visitarlo. Un Museo del Giocattolo, situato vicino ad altrettante raccolte suggestive, il Museo del Confetto con i suoi peccati di gola e il museo diocesano “San Riccardo” con la sua affascinante arte sacra. Piace anche ricordare, che presso l’attigua Scuola dell’Infanzia “Oasi San Francesco”, si trova la Biblioteca “Mimmo Guglielmi-100 Storie per diventare grandi”, dove nel ricordo dell’indimenticato dottor Domenico Guglielmi, della storica libreria cittadina di via Bovio, sono conservate tante letture, molte d’epoca, dedicate ai più piccoli. Non bisogna essere bambini per giungere al Museo del Giocattolo LaportaBlv, sia ben chiaro. Anzi, chi tra gli adulti si reca in questo luogo quasi etereo, realizzato tassello dopo tassello dalla passione di Luigi Pizzolorusso (esperto in psicologia sociale) e di Lella Agresti (esperta in letteratura dell’infanzia), può ritrovare sicuramente ricordi che appartengono al proprio vissuto, agli affetti familiari più autentici, mentre per chi è giovane come me, esso rappresenta la scoperta di come un tempo i giochi erano veramente fatti di rara semplicità e di infinita passione.

Dalle bambole dell’Ottocento, ai giochi popolari, al mondo della scuola dei primi del ‘900, con i banchi scuri dotati di penna e calamaio, ai quaderni e pagelle di un giallo antico, alle foto d’epoca in bianco e nero e poi le tante sfaccettature del modellismo, dalle automobiline, alle costruzioni del Meccano, capostipite dei Lego, ai primi registratori, ai mangiadischi, agli apparecchi radio ed alle tv, belle ed austere quelle prima del colore, che si ritrovavano nelle case dei nonni, per chi ha avuto la fortuna di averli.Per me è stata una scoperta inattesa che  ha rappresentato la conoscenza di ciò che ha  preceduto i nostri attuali giochi interattivi vari, lontani anni luce da quella concezione del divertimento e dei giocattoli di un tempo, sospesi tra la semplicità ed il lento agire.

Il  Museo del Giocattolo, che aderisce all’Associazione Nazionale Piccoli Musei e che non ha mai ricevuto un formale attestato di riconoscenza pubblica, non è solo un luogo del vissuto, è anche della contemporaneità. Un posto dove è possibile fare formazione e vivere la socialità e dopo la tempesta legata alla pandemia, Luigi e Lella, con l’entusiasmo e la dedizione di sempre, torneranno a proporre laboratori di lettura e di teatro, insieme alle visite guidate ed all’animazione museale,  alle mostre ed agli eventi collegati alla creatività.


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.