L’Atteso delle genti, come allora, anche oggi è disatteso da quanti amano restare nelle tenebre: i nuovi Erode che vogliono eliminare Cristo dalla storia personale e quella sociale.

Il Natale per i Cristiani, ma anche per i cristiani “anonimi”, cioè per quanti coltivano e difendono i valori e la cultura cristiana, è il giorno della luce, della speranza, della bontà, dell’accoglienza…

In un testo del profeta Isaia, uno dei libri della Bibbia che si proclama nella Messa della notte di Natale, quella del 24 dicembre, è scritto: “…Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce”. (Is 9,1). La luce è Dio che si rivela incarnandosi nei tessuti vitali della storia, per camminare con l’intera Umanità donando giustizia, speranza, liberazione…

Dio cammina con l’umanità come amico-compagno fedele, anche quando l’umanità avvicenda tempi di luce e di ferocie, di fedeltà e d’infedeltà, di armonia e di disordine.

La nostra società cammina nelle tenebre e nella barbarie, viviamo e facciamo esperienza di ore e giorni bui. I genocidi, i conflitti in atto, di cui tutti sappiamo e siamo testimoni: dall’Ucraina alla Siria, dalla Striscia di Gaza all’Iraq, dal Medio Oriente all’Africa, dalle esecuzioni in diretta alle strazianti condizioni di diversi paesi del Continente Africano, al dramma dei migranti e dei morti nel mar Mediterraneo, trasportano nelle nostre esistenze tensioni e paure. Senza dimenticare Aleppo dove la strage dei bambini, annientati dalle bombe e dalla fame, è senza sosta. Ci asciughiamo le lacrime alla vista di un padre che porta tra le sue braccia il corpo del figlio/a morto, ma poi facciamo silenzio e lasciamo che l’ipocrisia continui ad avvolgere la nostra vita. E poi, ancora, il Bel Paese – casa nostra- dove le complessità di tante famiglie, di tante persone e soprattutto dei giovani, vanno di pari passo a disoccupazione, angoscia, povertà.

Il Natale ci sprona e ci incita a vedere che Gesù, l’Atteso, è disatteso:

ogni volta che neghiamo il diritto ad un bimbo di nascere, quando non accogliamo un bimbo profugo che sbarca sulle coste dei nostri territori, nella carne ferita di un bimbo violato nei suoi diritti e violentato nella sua innocenza;

quando siamo indifferenti al grido del povero, alle lacrime di una donna abbandonata, alla disperazione di un giovane senza futuro, alla solitudine di un anziano, a chi muore solo;

quando nelle nostre comunità si respira l’aria pesante dell’ipocrisia, la freddezza delle divisioni e la violenza delle discordie;

quando le porte delle nostre Chiese, dei nostri Palazzi, dei nostri Ambulatori, dei nostri Uffici si chiudono all’accoglienza, i nostri cuori diventano di pietra, le nostre mani negano il segno della pace e i nostri piedi calpestano la dignità dell’uomo.

L’Atteso delle genti, come allora, anche oggi è disatteso da quanti amano restare nelle tenebre: i nuovi Erode che vogliono eliminare Cristo dalla storia personale e quella sociale.

Il Natale è il giorno in cui dovremmo prendere coscienza che possiamo camminare in questo mondo, spesso ostile, con un cuore e con occhi nuovi. Noi non abbiamo il potere di decidere di strategie internazionali, di corridoi umanitari o d’ingerenze umanitarie, ma è nostro il potere di non inchinarci alla logica della violenza e della devastazione.

A Natale nasce il Dio Povero, la cui immagine non è impressa in un calco di gesso, ma risplende sul volto dei poveri, gli umiliati, gli oppressi, i torturati, i perseguitati, i migranti, i disoccupati, le vittime dell’ingiustizia e di quanti non hanno voce. È nei poveri che Dio vuole essere accolto, onorato e amato.

Se il presepe è la rappresentazione della nascita di Gesù, il povero è la ripresentazione, reale ed attuale, della sua presenza nel mondo.

In questo Natale Gesù, l’Atteso, è ancora disatteso, non temiamo: Egli è qui tra noi, incamminiamoci per andare a vedere, come hanno visto i pastori, nella casa natale di Betlemme. “…Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento… Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.” (cfr. Lc 2,8 ss.). Ogni persona di buona volontà è interpellata a saper vedere un Dio che si fa uomo, che si abbassa, che si fa povero con i poveri, e dice agli uomini e alle donne che il suo Amore è avvolgente e includente. L’amore che Dio, Onnipotente e Onnidebole, offre all’umanità non ha confini, muri, barriere, è dono per tutti, per ogni uomo e donna di ogni luogo e di ogni tempo.

Buon Natale! Dio è luce ed è il Dio-con-noi sempre.