Partito il “progetto UBUNTU” a cura della Comunità “Migrantesliberi” ad Andria: 60 giovani e giovani adulti lavorano al recupero di un terreno agricolo.

Ubuntu è un progetto per il reinserimento lavorativo di giovani richiedenti protezione internazionale, accolti presso Casa S. Croce Rosario Livatino, bene confiscato alla criminalità andriese; insieme a loro, alcuni giovani italiani disagiati. Un progetto per imparare a lavorare la terra, ma soprattutto puntare alla produzione di beni di prima necessità che serviranno alla stessa comunità per autosostenersi.

Nel mondo occidentale la crescente crisi economica ha fatto registrare delle conseguenze vertiginose in numero di disoccupazione. La disoccupazione nel tempo ha provocato e provoca a tantissime persone disagi, paure, frustrazioni, che hanno generato esclusione, emarginazione, ghettizzazione. Regole economiche stabiliscono, che la disoccupazione è funzionale al sistema economico.

In questo quadro socio, politico, economico, sembra che della dignità di ogni uomo e donna poco importa a nessuno. Le fila di poveri, deboli, fragili, vulnerabili si ingrossano sempre più e i potenti della terra sono assorti dal sonno della ragione. Squilibri e distorsioni hanno invertito la rotta, dal progresso alla regressione.

La Comunità “Migrantesliberi” di Andria consapevole di questo scenario disastroso, poiché offre in prima linea da anni aiuti, servizi ed opportunità di reinserimento sociale alle classi più abiette, ha sentito la necessità di creare un progetto sperimentale di reinserimento lavorativo. Il progetto Ubuntu ha come obiettivo la formazione in ambito agroalimentare con la finalità di offrire un’opportunità di concreto inserimento lavorativo e sociale ad un gruppo di migranti del Progetto SPRAR (Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati è il servizio del Ministero dell’interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale) che hanno ottenuto la protezione internazionale e un gruppo di uomini italiani inseriti presso gli alloggi sociali.

Oltre ad essere un luogo di formazione lavorativa, l’orto realizzato con il progetto Ubuntu, ha l’importante ruolo di essere spazio e opportunità di incontro e di integrazione tra le persone di diversa origine sociale e nazionalità. Infatti C. Darwin sinteticamente ci diceva con la sua teoria, che il concetto di unità nella diversità è il segno distintivo dell’evoluzione.

Difatti, il progetto Ubuntu vuole essere proprio una evoluzione della Comunità Migrantesliberi, nella prospettiva di creare nuove opportunità di lavoro, per la crescita del tessuto socio-economico territoriale, per offrire un futuro più concreto e più umano a tante persone socialmente escluse.

Di seguito vi offriamo la visione del video realizzato per la descrizione del Progetto Ubuntu della Comunità “Migrantesliberi”:


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.