Morti e risorti in Cristo

Nel magnifico testo di Medellín, papa Giovanni XXXIII chiedeva ai fedeli “di presentare sempre più nitido il volto di una chiesa autenticamente povera, missionaria e pasquale, svincolata da ogni potere temporale e coraggiosamente impegnata nella liberazione di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”.

Questa riflessione ci richiede con forza di diventare cristiani coraggiosi come lo è stato Cristo per noi, che ha sfidato ogni potere, compreso quello naturale della morte, con la certezza di essere Figlio di Dio e rinascere ogni giorno, per illuminare chi è nel bisogno, chi è nella sofferenza, chi è nella solitudine.

La Pasqua significa proprio questo: attraversare il dolore esistenziale e stare sulla soglia per accogliere la propria vita e quella dell’Altr*.

È in questo esercizio ascetico che facciamo esperienza della primizia dello Spirito quale annunciatore di Vita risorta e liberata da ogni limite umano.

Essere crocifissi non ci deve fare paura perché la Chiesa è nata dal martirio di Cristo e i cristiani non devono temere le logiche di questo mondo malato di egoismo e protagonismo, ma devono testimoniare la loro Luce per una umanità fraterna e pacificata.

La risurrezione di Gesù Cristo è piena di speranza e non c’è nulla che non possa cambiare e trasfigurarsi. Tutto e tutti possono avere un nuovo inizio e ogni dolore che schiaccia, opprime e mette in croce l’umanità può guarire e diventare libertà, verità, giustizia e Vita risorta.


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.