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È notizia dello scorso 19 gennaio: la Corte Costituzionale ha sancito che il referendum sulle trivelle è ammissibile. Si tratta del quesito sulla durata delle già concesse autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni contro cui si erano schierate ben nove Regioni.

A favore delle Regioni si era già espressa la Cassazione. Ora arriva il sì della Corte Costituzionale. E il Governo? Studia le contromosse e pensa a modificare il decreto Sblocca Italia proprio nella parte concernente la durata delle trivellazioni.

In realtà, non sarebbe la prima modifica studiata dal Governo per arginare il fronte del no alle attività di ricerca e sfruttamento degli idrocarburi in mare. Basti pensare che lo scorso 27 novembre la Cassazione aveva approvato ben 6 quesiti referendari. Per arginarli, nella Legge di Stabilità il Governo aveva previsto il divieto a trivellazioni al di qua delle 12 miglia marine dalla costa, cosa che, lo scorso 8 gennaio, aveva fatto saltare, sempre in Cassazione, 5 dei 6 referendum.

Ora il nuovo pronunciamento della Corte Costituzionale che mantiene in piedi un quesito centrale. In pochi termini, viene posta la questione: per quanto tempo i beneficiari delle autorizzazioni avranno titolo a sfruttare i giacimenti? Entro la “durata della vita utile del giacimento”, come è ora previsto dalla norma, o per un periodo più breve?

La domanda non è peregrina e rompe ancora una volta i piani del Governo, anche Emiliano, governatore eletto dal PD in Puglia, non perde l’occasione per chiosare: «Il presidente Renzi deve essere contento perché quando il popolo irrompe sulla scena della democrazia, chi è iscritto al Partito Democratico dev’essere contento per definizione». E, a scanso di equivoci, precisa: «La campagna referendaria contro le trivelle comincia subito».

Dal canto suo, Enzo Di Salvatore, l’esperto costituzionalista incaricato dalle Regioni di scrivere materialmente i quesiti, non nasconde la sua soddisfazione e puntualizza: «Tre quesiti erano stati superati in senso positivo dalle nuove norme poste in Legge di Stabilità, due andranno di fronte alla Corte per il conflitto di attribuzione, uno è passato: al momento il fronte referendario è sul 4-2 con Renzi».

Anche i portavoce di Green Italia, Annalisa Corrado e Oliviero Alotto, come prevedibile, plaudano alla decisione della Corte Costituzionale. Ora, «saranno i cittadini – dichiarano – a decidere se vorranno che si trivelli di fronte alle spiagge che vivono di turismo, se valga la pena mettere a repentaglio territori ed ecosistemi in cambio di una ricaduta occupazionale minima e a tempo determinato, e se vorranno dire sì piuttosto ad un’altra idea di politica energetica, quella basata sull’uso delle energie rinnovabili, che già oggi forniscono oltre il 40% dell’elettricità totale generata nel Paese, e del miglioramento dell’efficienza energetica».

Insomma: il fronte delle Regioni e quello ambientalista procede compatto. Renzi & companies sono avvisati. Non resta che attendere gli sviluppi che ci aspettiamo essere davvero prossimi.