I rischi cardiovascolari sono in forte aumento negli ultimi anni e tra le cause si fa spazio l’ipertrigliceridemia, ovvero il superamento dei valori soglia dei trigliceridi.
Questi ultimi, da un punto di vista chimico, fanno parte della famiglia dei lipidi, in quanto costituiti da una molecola di glicerolo e tre di acidi grassi, i quali, a seconda dei legami che hanno tra di loro, differenziano un trigliceride semplice, se tutti e tre gli acidi grassi sono uguali, da uno misto, più complesso, in cui gli acidi grassi sono uno diverso dall’altro.
I trigliceridi costituiscono in gran parte gli adipociti che hanno funzione di isolante termico; questi grassi hanno anche un’importante funzione energetica, in quanto in 1kg di grasso fornisce 8700 kcal. I trigliceridi sono assunti a livello intestinale da bile e lipasi gastrica ed entrano nelle cellule grazie all’insulina, ormone prodotto dal pancreas.
Tuttavia, anche se sono uno degli elementi cardine della catena alimentare, è opportuno tenerli sempre sotto controllo, in quanto un’eccessiva quantità di lipidi circolanti aumenta il rischio di contrarre malattie cardiovascolari come angina pectoris, infarto miocardico acuto, aterosclerosi. I trigliceridi in totale devono stazionarsi tra i 50 e i 150 mg/dl, e non superare mai i 200 mg/dl. Il calcolo dei trigliceridi ematici viene effettuato di solito in unione a quello del colesterolo totale circolante, sia di quello “buono”, HDL, sia di quello “cattivo”, LDL, proprio per valutare il fattore di rischio cardiovascolare.
È risaputo che uno dei principali meccanismi che causano l’aumento spropositato dei valori di trigliceridi è il mangiare in maniera ipercalorica, e la situazione peggiora se a questo modo di mangiare non è associata l’attività sportiva. È chiaro, dunque, che una sana dieta alimentare, non intesa come cura dimagrante ma come modo di mangiare “poco di tutto”, è sempre il primo step per un corretto controllo trigliceridimico nei livelli plasmatici. L’esame è consigliato come screening in ambo i sessi, ogni 5 anni, soprattutto quando si è in presenza di fattori di rischio coronarici e, indipendentemente da ciò, in uomini con più di 35 anni e donne con più di 45 anni.
È possibile introdurre nella dieta anche alcune erbe:
- OLIVO: Il germoderivato di olivo si prepara attraverso la macerazione delle gemme in soluzione idroalcolica alla 1 DH. Agisce sul metabolismo, diminuendo il colesterolo e i trigliceridi. Se ne assumono 40-50 gocce due volte al giorno in poca acqua, 15 minuti prima del pranzo e della cena.
- PRUGNOLO: è una pianta in grado di abbassare i livelli di beta lipoproteine, trigliceridi e colesterolo. Si possono assumere le gemme alla 1 DH, con 50-100 gocce una volta al giorno.
- ROSMARINO: riattiva il fegato e le vie biliari e accelera il metabolismo. La posologia è di 50-70 gocce, del macerato glicerico 1 DH, assunte una volta al giorno prima di pranzo.
Inoltre è possibile assumere i tre preparati di erbe assieme, in un quantitativo di 10 gocce al dì prima del pranzo.