Francesco Totti contro il Toro segna il suo goal n.250, tutti con la maglia della Roma, ed ora è secondo nella classifica dei marcatori di tutti i tempi, dietro il mitico Silvio Piola

L’orologio del maxischermo dello stadio “Grande Torino” scandiva i minuti di un secondo tempo a tinte granata, poi tutto si è fermato, le lancette si sono arrese all’incedere dell’imponderabile, si sono piantate alle 10 e 10, minuti indimenticabili, come quel numero ritargato, mille e più volte, dietro un motore infaticabile e ventennale, una fuoriserie che, dal dischetto, ha tagliato la soglia dei 250 gol, tutti con la maglia della Roma, consolidando il suo secondo posto nella classifica dei marcatori di serie A di tutti i tempi:meglio di lui solo il mitico Silvio Piola, a quota 274 (ma era anche un calcio di altri tempi, il suo…).

D’altronde, il destino non puoi controllarlo, ti sorprende disegnando trame più ingarbugliate di un noir francese, una Tour Eiffel che, per quanto alta, verrà sempre spazzata via da folate di ricordi di una notte berlinese. Simbolo di una storia, un legame, le catene che incatenavano i gladiatori al Colosseo, tatuato sulla pelle giallorossa di Francesco Totti, semplicemente l’ottavo Re di Roma.

Buon Compleanno France’, l’ha urlato uno stadio intero, boati di tifosi avversari inneggiano al loro miglior nemico che ieri, 27 settembre, ha compiuto 40 anni. Una festa senza campanilismi, una bandiera ammainata solo da chi vuole spedire in pensione, troppo precocemente, un talento in erba. No, basta barzellette sul suo conto, perché Francesco Totti ha ancora la voglia di un ragazzino e la forza travestita d’esperienza. L’anno scorso, a Roma, ancora contro il Toro, fu capace di realizzare due gol in due minuti, risultato ribaltato. È il karma dei grandi, c’è da alzarsi in piedi, mettersi le mani nei capelli, argomento sconosciuto e scomodo dalle parti di un’ingombrante panchina ed una meravigliata guida tecnica. Domenica scorsa ci ha provato ancora: è entrato, ha accolto la standing ovation dei tifosi granata e ha ringraziato alla maniera sua… mettendo a segno un calcio di rigore. Questa volta, è vero, non è bastata e il Toro targato Gallo Belotti e (l’ex) Iago Falque rifila alla Roma un secco 3-1, ma Totti c’è.

Totti c’è, oggi più di ieri, con tutti i crismi di una divinità immortale, con un traguardo lontano ancora da raggiungere. I cinquant’anni di Stanley Matthews non fanno paura, anzi, ad accumunare due epocali leggende è la bacheca impolverata da un solo trofeo con i rispettivi club: FA Cup per l’inglese, scudetto per Er Pupone!

Forse il mito sta proprio nelle scelte di un genio che reprime la sua indole vincente. Per rifiutare il Real Madrid ci vuole un coraggio di ferro, come quelle placche di viti impiantate in un ginocchio che ha fatto tremare un popolo intero, nero nella speranza ma azzurro nel trionfo Mondiale.

Prendersi cura di sé, del proprio corpo come della propria immagine, perché attori si nasce anche quando reciti in spot che pubblicizzano l’umanità e gli infiniti contributi solidali che offri a disabili e bimbi in difficoltà. Quel ragazzo che aiutava la mamma a stendere i panni al primo piano di Via Vetulonia, 18, è lo stesso di sempre con un dono in più, reinventarsi continuamente. Da ala a trequartista, da playmaker a punta, dicono sia un 9 e mezzo, quasi ad interpretare, di nuovo, un ruolo cinematografico, magari in un onirico sequel felliniano.

Del resto Totti traccia parabole all’incrocio con la stessa facilità con cui regala sogni. Se dovesse essere addio, che sia un epilogo contornato di tutti gli onori che un Imperatore merita. La presidenza capitolina sa bene quanto negli Stati Uniti siano bravi a congedare le star. Ogni singolo palazzetto, ad esempio, ha tributato a Kobe Bryant incredibili lodi, omaggiando la persona, prima ancora del Campione dell’NBA.

Il genio non sa di esserlo, rizza le antenne in attesa di notizie raccolte qui e là nell’etere, immagazzina informazioni per poi riciclarle sul campo, con pallone tra i piedi ed una sensibilità artistica su cui sdraiarsi e iniziare a volare, come Peter Pan, come Francesco Totti!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno”. (Tratto dal film The Big Kahuna)