Un punto di riferimento per tutti coloro che vivono di passione e velocità

Ispirato all’omonimo libro fotografico di Danny Lyon, “The Bikeriders” è un film che il regista Jeff Nichols ha strutturato sviluppando un suo personalissimo sogno di dieci anni, una sorta di viaggio nel tempo e nel mito della motocicletta, in un’epoca che non c’è più, archetipo di un’America fondata su valori e violenza.

Parliamo del Midwest, parliamo degli Anni Sessanta, e di una banda di motociclisti guidati da John (Tom Hardy) e dal suo amico Benny (Austin Butler), ricoperti da una coltre di fumo lungo la strada della perdizione, è una storia di amicizia al maschile, il nichilismo che si fa ribellione, in una società imposta e mai scelta.

“The Bikeriders” segna la fine di un’antologia, di personaggi disposti a perdersi per ritrovarsi, come la stessa Kathy, narratrice degli eventi, malinconica ed indipendente, espressione di un’autonomia di altri tempi.

“The Bikeriders” ammicca allo stile documentaristico lasciandosi alle spalle la forza di un tono lontano dal melodramma, una vita ai margini che diviene accentratrice, voci fuori campo e flashback lo collocano di diritto sugli scaffali dei lungometraggi più iconici, un punto di riferimento per tutti coloro che vivono di passione e velocità.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.