“CREDO NEGLI UOMINI E NELLE DONNE CHE VIVONO I VALORI.

CREDO NELLA FORZA DELL’UMILTÀ, DELL’AMORE E

DELLA CONDIVISIONE CHE UNISCE UNA COMUNITÀ UMANA.

CREDO NELL’UOMO. E IO SONO UN UOMO”.

Venerdì 14 luglio 2017, la Mensa della Carità della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” della Diocesi di Andria, in via Quarti, ha ospitato “La Téranga”, la cena interculturale ideata dalla Comunità “Migrantesliberi”, operante nella Città di Andria e nel territorio della BAT, per promuovere la conoscenza e l’integrazione socio-culturale di richiedenti asilo politico e persone che vivono situazioni di disagio e marginalità.

Durante la cena, gli ospiti della serata hanno avuto l’opportunità di degustare alcuni piatti tipici dei paesi africani e medio-orientali e di visionare il cortometraggio “Progetto M”, patrocinato dall’Associazione di Volontariato “Salah”, in collaborazione con la Casa Accoglienza “S. Maria Goretti” e l’Ufficio per le Migrazioni della Diocesi di Andria e la Comunità Migrantesliberi e prodotto filmicamente dalla casa di produzioni filmiche “Morpheus Ego”.

Il prossimo appuntamento con “La Tèranga” è in programma per il prossimo 28 Luglio.

Per l’occasione, gli ospiti avranno possibilità di assistere in anteprima per la Città di Andria allo spettacolo “Confini Disumani “, riadattato in esclusiva per la serata dalla coreografa Roberta Ferrara e messo in scena dai danzatori Gianfranco Scisci, Tonia Laterza e Serena Angelini.

Confini Disumani, ispirandosi al testo “Solo andata” di De Luca, è un viaggio del corpo e della mente; è la brutalità umana in scena miscelata alla forza di uomini e donne che sotto il nome di “immigrati” non possono varcare il confine per una vita migliore.

Il lavoro drammaturgico risponde ad un lavoro coreografico sinergico, intenso e catartico. Un pathos che mantiene viva una realtà odierna. Una denuncia sociale, un sollevare il corpo e mostrarlo bistrattato e non umano. La ricerca sul movimento è studiata minuziosamente, mantenendo una codicologia tecnica e stilistica.

Chiave del lavoro è la gestualità che pone i corpi a divenire concrete preghiere fisiche. Il corpo è disumano quanto disumana è la nazione che subisce tale catastrofe.

Questa produzione in forma integrale è stata ospite al Festival Idaco di New York City, lo scorso mese, ed esattamente un anno fa a Città del Messico, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, oltre ad avere girato in molte programmazioni di teatro nazionali.

Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero: 389/1764748.


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.