«A quel paese sapessi quanta gente che ce sta…»

(Alberto Sordi)

Professori di liceo 2.0.

“Zia, ho interrogazione di filosofia, mi aiuti?”.

“Va bene, che dobbiamo fare?”.

“Cartesio, Spinoza e Hobbes”.

“Tutti insieme???”.

“Sì. zia, metà Cartesio, Spinoza e Hobbes li ha spiegati in una sola lezione. La prima parte di Cartesio ce lavevo già, ma non ci ho capito niente”.

“In una sola lezione?”.

“Sì”.

“Bene! Non benissimo…”.

Spiegazione mirata e studio un pomeriggio intero.

Metodo Luisa, dubbio Luisa, metodico e iperbolico Luisa, Dio maligno Luisa, fondamenta per raggiungere la conoscenza Luisa, esisto Luisa, penso quindi esisto Luisa, cogito Luisa, ergo Luisa, sum Luisa. Attenta, Luisa, io cogito, ma tutti cogitano, critiche al cogito Luisa. Premesse, Luisa. Ah, Luisa, res cogitans e res extensa Luisa, la ghiandola pineale Luisa, le passioni Luisa, Dio Luisa, dimostriamolo ontologicamente Luisa: Dio è onnipotente, infinito, onnisciente Luisa, non può essere maligno Luisa. Cadono i dubbi, Luisa. L’errore è nella volontà, Luisa. Olanda florida Luisa, ebreo sefardita Luisa, geometria Luisa, sostanza-sostanza-sostanza-sostanza-Dio è sostanza, Luisa, non è il creatore della Bibbia Luisa, Dio è! Luisa: essente per essenza, Luisa. Regno Unito Luisa, cerchiamo la pace Luisa, ci serve civilizzarci Luisa, siamo tutti egoisti Luisa, agiamo per uno scopo Luisa, dobbiamo assoggettarci Luisa, meglio alla monarchia Luisa, il re Luisa, pensa ai suoi sudditi Luisa, agisce segretamente Luisa, patto di sottomissione Luisa. Occhio Luisa, pacta sunt servanda Luisa. La Chiesa Luisa, è un pericolo Luisa, vuole assoggettare il popolo e sopraffare lo Stato, Luisa. Il re Luisa, deve essere massima autorità ecclesiale: i vescovi agiscono per lui, Luisa, lui agisce in nome di Dio, Luisa.

Santo cielo. Luisa! Lei punta il dito su un rigo qualunque:

“Zì, mò questo qua è quello ebreo?”.

“Luisa!!”.

“E sì, zì! Un momento! Aspetta, quindi Dio è persona…”.

“Cosa?! Cosa è Dio?”.

“No, no, no zì. Entità, è entità”.

Un attimo… respiriamo… sì, respiriamo.

Ora, io non ho meriti da sempre, voi invece avete certamente il merito di aver capito che mia nipote si chiama Luisa e Luisa ha il merito di aver compreso perfettamente Cartesio, Spinoza e Hobbes senza aver chiesto la cancellazione dal mio albero genealogico. Scusatela se è poco.

Ancora: oggi, levataccia di Luisa allalba per ripetere. Arriva in stazione mentre io ho un piede ad un figlio, uno allaltro figlio, la tazzina di caffè in testa, il guinzaglio del cane in tasca, le chiavi dell’auto all’inferno e mi telefona:

“Zia non dire che rompo! Fammi qualche domanda random, sono in ansia. Rispondo a concetti tipo flash!”.

“Scopo iniziale di Cartesio?”.

“Giungere a fondamenta certe e univoche per partire e raggiungere la conoscenza”.

“Azz! L’idea di un triangolo?”.

“Solo grazie al linguaggio: se non conoscessi quel termine, non arriverei ad associarlo agli oggetti di forma triangolare. (Potrei collegare a Cartesio e al Dio maligno: se mi crea in modo già dato perché io commetta errori, chi me lo dice che quell’oggetto sia davvero triangolare? Quindi, il dubbio da metodico si fa iperbolico. Potrei dubitare di qualunque cosa legata ai miei sensi)”.

“Azz eddue, Luì! Gli animali?”.

“Esemplificazione precisa di concetto corpo-macchina”.

“L’unica parte del corpo non divisa in simmetria?”.

“La ghiandola pineale, per questo luogo di legame fra corpo e anima”.

“Corpo e anima?”.

“Pensiero ed estensione”.

“Spinoza, com’è Dio?”.

“Immanente. Sostanza”.

“Forma di Stato preferibile per la civilizzazione?”.

“Monarchia”.

“Leviatano?”.

“Mostro del libro di Giobbe, nome dello stato di supremazia, copertina del libro: mostro con tutte le teste degli uomini sudditi”.

“Cioè, Luì…”.

“Eh, zì”.

“Vai a dare questa interrogazione e non rompere, devo andare a scuola pure io!”.

“Sì zì, ciao zì!”.

“Cià!2-

“Zì!”.

“Eh!”-

“Ho l’ansia!”.

“Non rompere! Fila!”.

“Va bene zì! Appena finisco ti chiamo”.

Ore 10:30, messaggio vocale: “Io lo trucido! Io lo trucido! IO LO TRUCIDO!!!! Zia!!!! Non si è presentato a scuola!!!! Non è venuto!!!!!”.

E scusatemi, io sapevo ciò che andava fatto. E l’ho fatto. Le ho detto che il suo prof, quello di “Cartesio, Spinoza e Hobbes in una sola lezione”, magari aveva avuto un malore improvviso e che l’accaduto era un’opportunità e non un ostacolo. Avremmo studiato ancora e la preparazione sarebbe stata eccellente la volta dopo.

Ma confesso, confesso, confesso: benedetto collega di filosofia che butti concetti meritevoli di tutta la concentrazione del mondo, in poco più di 50 minuti; collega di filosofia che poi ti stupisci del fatto che una classe di diciassettenni trovi inutile e detesti la tua materia, collega di filosofia che forse sei stato male e mi spiace, collega di filosofia che mi hai fatto fare le gimcane di ottordici parti dello scibile umano in un pomeriggio, collega di filosofia che hai fatto conoscere a chicchessia (per colpa mia) il nome di mia nipote, collega di filosofia… ma te l’hanno mai indicata la strada per il paese dei signori?

Er primo cittadino è amico mio, tu dije che te c’ho mannato io!!!


Fontehttps://pixabay.com/it/illustrations/dito-medio-vaffanculo-3d-mano-1333737/
Articolo precedenteLa rivoluzione di Belfast
Articolo successivoIl metallo pesante che ognuno porta con sé
Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.