Tra bellezza e resilienza

Che Taranto sia bella è un dato incontrovertibile, uno di quelli che ti segnano e ti portano a spiegare le ali con lo sguardo fino ad abbracciare l’orizzonte, immaginando di scorgere a tutti i costi un azzurro perenne, da non stingere, da non smacchiare.
Taranto è bella, anzi bellissima ma è anche violentata, lacerata, annichilita dalle ciminiere svettanti dell’EX ILVA, che disperde nell’aria ingenti quantità di veleni con i suoi fumi sempre più audaci.
La fabbrica dell’acciaio e della morte supera i limiti, eccede e fa boccheggiare gli abitanti che vivono a ridosso, completamente sprotetti e costretti a chiudersi in casa nei wind day, quando tutto è vietato, persino il respiro.
Nell’aria satura di lacrime, di solitudine, di maledizioni, di strappi laceranti s’innesca una moria di prospettive: A TARANTO SI VUOL VIVERE E SI È STANCHI DI MORIRE!
I tarantini non si arrendono, sperano prima o poi in un cambiamento perché ai giovani bisogna raccontare la parola “FUTURO” e ai bambini bisogna riconsegnare il diritto primario al gioco e alla libertà.
Oltre la paura, oltre l’incertezza c’è il gruppo dei Genitori Tarantini che non si ferma e combatte per riconsegnare Taranto a se stessa, libera dalle grinfie del Mostro e dalle polveri dei parchi minerari.
Si può vivere così? Si può scendere a compromessi con la morte e con le neoplasie? Si può patteggiare con il dolore?
Queste domande dovrebbero smuovere le coscienze di chi sa e nulla fa per deviare il corso delle cose.
Taranto deve recuperare, deve essere risarcita, deve essere compresa, deve essere ascoltata.
Troppo a lungo la cerniera del silenzio l’ha devastata, troppo alto il prezzo pagato per una scellerata classe politica contraria alla salus del territorio.
Un giorno in mezzo al traffico dei veleni che fa cambiare colore alle foglie e alle parole urlate al vento quando tutto sembra piovere addosso, qualcosa si smuoverà per un cambiamento radicale.
L’amore per la città non è mai strano e cerca sempre un rimedio a quel che appariva lontano.
Un giorno salirà agli occhi una bellezza non più deturpata!

Fontehttps://pixabay.com/it/photos/puglia-taranto-castello-mare-1575452/
Articolo precedenteIl cavaliere ignoto
Articolo successivoUcraina: una guerra che il Patriarca russo Kirill ha definito “in nome di Dio”
Angela Aniello è nata a Bitonto nel 1973, si è laureata in Lettere classiche e dal 1998 insegna nella scuola secondaria di primo grado. Da tempo si dedica alla scrittura come vocazione dell’anima. Ha pubblicato nel 1997 il racconto “Un figlio diverso” edito da Arti Grafiche Savarese e, nel 2005, ha pubblicato anche una raccolta di poesie dal titolo “Piccoli sussurri” edito da Editrice Internazionale Libro Italiano. Ha vinto il concorso nazionale Don Tonino Bello nel 1997 e nel 2004, ha conquistato il secondo premio a un certamen di poesia latina, Premio Catullo ad Acerra (Na) e nel febbraio del 2006 è arrivata il suo quarto premio al concorso di poesia d’amore Arden Borghi Santucci. Quest’anno (precisamente a giugno 2018) ha vinto il terzo premio di poesia e il primo premio per il racconto “Anche la paura puzza” al Concorso “La Battaglia in versi”.