Lui è Michele Catapano, in arte, Supramonte. Il giovane andriese, assieme alla sua band, ci racconta come nasce questo progetto.

Lui è Michele Catapano, in arte, Supramonte. Il giovane andriese, assieme alla sua band, ci racconta come nasce questo progetto e tutto ciò che concerne il mondo dell’Arte tout court.

Michele, spiegaci quando nasce la tua passione per la musica.

Probabilmente, durante il primo periodo liceale. La musica divenne una valvola di sfogo in cui poter riversare qualsiasi tipo di sentimento. Ricordo ancora la mia prima esperienza assieme a mio fratello. In quell’occasione formammo una band di cover punk rock con il nome Cocks and clubs. Più tardi, negli anni capii che suonare solo cover non mi appagava molto, così, terminata questa prima avventura, mi cimentai nella scrittura di inediti. Formai così i Bohémiens en voyage, insieme a Marco (Dell’Endice, bassista dei Supramonte, ndr), ponendo le basi del nostro attuale progetto.

Qual è stato, invece, il passaggio per la creazione di Supramonte?

La partenza di uno dei membri dei Bohémiens en voyage ci ha permesso di continuare a sperimentare e creare nuovi inediti. Decidemmo, più tardi, di arricchire la formazione con mio fratello Nicola (chitarra, ndr) e Giuseppe (Giannotti, batteria, ndr).

Come mai questo nome?

Supramonte fa riferimento all’omonimo monte sardo. Il suo paesaggio naturale suscita in noi molte emozioni che riversiamo all’interno dei testi. Inoltre il monte è legato anche a una vicenda particolare che coinvolse il cantautore Fabrizio De Andrè.

Raccontaci il vostro percorso musicale.

La nostra prima esibizione è avvenuta nel 2015, durante l evento Eggsplosion. Sempre nello stesso anno abbiamo partecipato al concorso Rec n Play a Bari, classificandoci al primo posto. La vittoria ci ha permesso di realizzare il videoclip dell’inedito Affinità elettive e di esibirci, grazie al premio sponsor de Lacqua in testa, presso la Fiera del Levante. In occasione del Pre-Medimex, abbiamo suonato alle Officine degli esordi (Bari, ndr), presentando il nostro videoclip in anteprima nazionale e condividendo la serata con Rachele Bastreghi (cantante dei Baustelle, ndr). Invece il 29 Gennaio di quest’anno insieme a Giuseppe Liuzzi abbiamo fatto da apertura a Calcutta.

Hai accennato al vostro primo inedito Affinità elettive.

Il titolo si rifà al romanzo di Goethe. L’affinità è un’attrazione di corpi spontanea senza l’ausilio di agenti esterni. Questa concezione si interpone su di un intreccio fra amore e dubbio, dettando così la ricerca di una dimensione onirica che risveglia immagini come quella del mendicante. Nella canzone i due ragazzi menzionati (Irene e Cesare, ndr) rappresentano l’isteria di un tormento giovanile e il desiderio di fuga da una situazione inibitoria. All’interno del testo ci sono richiami a due cantautori, quali Fabrizio De Andrè e Francesco De Gregori.

supra foto

Una concezione dellamore che si discosta dai canoni della musica italiana.

L’amore qui è legato ad un filo rosso, che lo rende un elemento tendente all’infinito.

Su quali altri temi vertono i vostri testi?

La maggior parte delle tematiche convergono nel sociale. Soldato, ad esempio, è un inno contro la guerra e il capitalismo, mentre Però lo sai narra del suicidio di un lavoratore. Eskimo, invece, nasce dalla rabbia verso la generazione degli anni Sessanta e Settanta che ha tradito la lotta di classe preferendo l’atonia. Plastica verte più sulla questione singolare della dipendenza dalle droghe. Ovviamente ci sono anche brani più intimi come Notturno(N757), dove l’ immagine della ferrovia si contrappone a quella di un addio o di un arrivederci.

Come concepite i brani?

Per prima cosa abbiamo uno “scheletro” di una canzone mia o di Marco. Questa viene sottoposta in studio a ciascuno dei componenti. Ognuno di noi ha progetti, influenze e stili musicali che possono apparire diversi l’uno dall’altro, ma confluiscono in un punto preciso.

Parlateci dei vostri progetti futuri.

Ci preme registrare un EP e avere un prodotto “fisico” degli inediti, oltre alla preparazione di live che proporremo in giro. Inoltre stiamo lavorando per la produzione del video di Notturno(N757).

Per quanto riguarda gli inediti, c’è un messaggio dedicato a chi vi ascolta?

Il nostro scopo è divulgare l’Arte. La nostra musica fa da catalizzatore ad un’ideologia di arte per tutti, essa non deve essere proibita a nessuno e fa da tramite tra noi e il pubblico. Quel che facciamo emula l’astrattismo, perché in quel modo di fare arte captiamo passione. Non per questo ci definiamo più artisti che musicisti.

Interviene Marco…

Il nostro consiglio è quella di coltivare la passione, vivendo un’esperienza di crescita e di confronto con se stessi. Il nostro è un messaggio d’amore verso l’Arte, perché essa ha il potere di rendere liberi i sentimenti di tutti.