Ad Andria. 5 febbraio – Liceo Scientifico Nuzzi; 21 febbraio – Liceo Troya;  22 febbraio – ITES Carafa (2 repliche)

Lo spettacolo “STORIE DI (ANTI)MAFIA” prende avvio dal testo “L’Invettiva” che Michele Palumbo, il compianto scrittore/ giornalista/docente di storia e filosofia presso il Liceo Scientifico “Nuzzi”, compone e destina nel 2012 alla recitazione da parte degli studenti frequentanti la 5A . Antonio Memeo, autore/regista, e Raffaella Ardito, su autorizzazione ed entusiastica condivisione dell’autore, nell’arco di un anno, assolvono il compito di rimodulare l’opera, modificando il titolo in “Storie di (anti)mafia- Pippo, Rita e Peppino”, aggiungendo la colonna sonora, sintetizzando alcune parti dedicate all’analisi del fenomeno mafioso, inserendo il personaggio di Peppino Impastato, esaltando gli effetti scenici e l’abilità recitativa del duo Antonio Memeo/DomenicoTacchio e dell’attrice che interpreta Rita Atria. Durante gli anni scolastici 2014 e 2015 lo spettacolo viene presentato agli alunni di quasi tutte le scuole superiori di Andria e di Canosa di Puglia, di alcune scuole medie, nonché in due performance serali.

I rapporti con le Istituzioni Scolastiche sono stabiliti, avviati e gestiti dal Centro di Orientamento don Bosco, che può così allargare il ventaglio degli interventi educativi in ambiti diversificati.

L’importante traguardo dell’inserimento di “STORIE DI (ANTI)MAFIA” nell’ultima rassegna del Festival Internazionale “Castel dei Mondi” ha rappresentato il rilancio dell’esperienza di teatro itinerante che, ancora una volta, consente ad un pubblico vasto di preadolescenti ed adolescenti non solo di individuare le cellule cancerogene del tessuto sociale nel nostro Paese, per combatterle, ma anche di conoscere la personalità sfaccettata di un concittadino andriese, la cui azione è stata costantemente e profondamente ispirata all’impegno sociale e al consolidamento, nella pratica quotidiana, dei principi di libertà, democrazia e giustizia, dovunque abbia operato.

Il lavoro “STORIE DI (ANTI)MAFIA” è un esempio emblematico di teatro con taglio sociale e con conseguenti risvolti pedagogici. Il testo, infatti, traccia la storia della mafia partendo dalle origini, che sfumano nell’atmosfera della leggenda, delineandone le trasformazioni e focalizzando le connotazioni che essa assume nel corso degli anni: dalle implicazioni di carattere socio-economico agli addentellati con il potere politico; dalle collusioni con i servizi segreti e con le forze dell’ordine, teoricamente preposte alla tutela della legalità e degli ordinamenti democratici, nonché alla difesa delle vittime e dei magistrati  impegnati nel contrasto all’organizzazione malavitosa, all’imperante mentalità mafiosa che induce chi sa a tacere. I contenuti dell’opera vengono veicolati e filtrati attraverso tre figure-chiave.

La prima è quella di Pippo Fava, il coraggioso e carismatico giornalista fondatore della rivista mensile “I Siciliani”, che nell’articolo I quattro cavalieri dell’apocalisse mafiosa conduce l’inchiesta-denuncia sulle attività illecite di quattro imprenditori catanesi e di altri discutibili personaggi, come Michele Sindona, da lui collegati, senza giri di parole, al clan del boss Nitto Santapaolo.

Il secondo personaggio si identifica con la diciassettenne Rita Atria, nata e cresciuta in una famiglia mafiosa di Partanna, che, dopo la tragica morte del padre, capo della locale cosca, e del fratello, uccisi in un agguato da esponenti del clan nemico, decide di affidarsi alla magistratura, nello specifico a Paolo Borsellino, diventato suo confidente e quasi padre, per ottenere giustizia compiendo un radicale percorso di auto-esame di coscienza.

Nel trittico si colloca anche Peppino Impastato, il quale porta avanti un’attività politico-culturale imperniata sulla lotta alle operazioni criminali di stampo mafioso. Utilizzando il canale di Radio Aut, radio libera e  autofinanziata, denuncia i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, (definito sarcasticamente «Tano Seduto»), che svolge un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga grazie al controllo dell’aeroporto di Punta Raisi.

Le tappe di incontro con gli studenti finora programmate sono le seguenti:

 

Si coglie l’occasione per ringraziare i dirigenti Filannino,  Attimonelli, Amatulli, gli studenti, i genitori, i docenti delle suddette scuole, in particolare i proff.Pastore, Soricelli e don Francesco Di Corato, Mezzina.


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Sono Rosa Del Giudice, già docente di italiano e latino presso il Liceo Scientifico "R. Nuzzi" di Andria dal 1969/70 al 1998/99 e, ancor prima, docente di italiano e storia presso l'ITIS "Sen. Jannuzzi" di Andria. Attualmente sono la rappresentante legale del Centro di Orientamento "don Bosco", che dal 1994 è un'Agenzia Educativa molto presente sul territorio andriese in quanto si occupa di temi pedagogici ad ampio spettro, promuovendo ed organizzando, prioritariamente, attività in due ambiti: l'orientamento scolastico nelle ultime classi delle secondarie di 1° grado, finalizzato a ridurre il fenomeno della dispersione; la formazione dei docenti, che la L.107 su "La Buona Scuola" opportunamente considera come obbligatoria, permanente e strutturale. Non lesino il mio contributo all'interno di Associazioni che si battono per il perseguimento del bene comune ed il riconoscimento dei diritti a quanti vivono nelle periferie esistenziali del mondo.