Messi d’Arabia

Scriveva Borges: “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio”. Quando Lionel Messi inizia a prendere a calci un pallone, Maradona finiva la sua storia con l’Albiceleste e lasciava un vuoto escatologico che il popolo argentino ha provato a colmare, una ricerca spasmodica dell’erede del Pibe che avrebbe dovuto ridare un successo mondiale agli argentini. Il ragazzo ha talento, si farà, direbbe De Gregori, e il Newell’s Old Boys intuisce le immense potenzialità del ragazzino che però è un po’ piccino, non cresce. Allora il Barcellona lo porta in Spagna, gli offre le cure per superare l’ipopituitarismo. E il ragazzo si fa, diviene il migliore del mondo. Partecipa con la nazionale al mondiale di Germania. Comincia a vincere campionati e Champions e la gente vede in lui il nuovo Maradona, il quale lo affianca come CT nell’avventura del Sudafrica, lo sostiene negli anni, ma nell’ultimo periodo di vita lo critica per la mancanza di carattere. Con la Nazionale sono solo delusioni e la finale persa di Coppa America gli fa quasi gettare la spugna. Resiste, vince il torneo del 2021 e si presenta da capitano al mondiale del 2022. Il tempo delle congiunzioni astrali è maturo.

Fans Cheer During The Netherlands vs.

Il Qatar, assieme alla Russia, ottiene l’organizzazione della FIFA World Cup il 2 dicembre 2010, grazie all’abilità e ai giochi sottobanco di Joseph Blatter. Il paese qatarino riesce a superare la concorrenza di USA, Corea, Giappone e Australia. Si torna in Asia dunque, giusto vent’anni dopo l’edizione nippo – coreana. Si pone, da subito, la questione delle libertà fondamentali e dei diritti dei lavoratori che sarà  un leitmotiv durante il torneo.

Come Danimarca nel 1994 e Grecia nel 2006 i campioni d’Europa in carica, ahinoi l’Italia, mancano la qualificazione al mondiale. A lungo in testa nel nostro girone, finiamo secondi dietro la Svizzera. Decisivi sono gli errori dal dischetto di Jorginho nelle due partite contro gli elvetici. Nel sorteggio dei play off becchiamo la Macedonia del Nord in semifinale e Trajkovski ci rimanda all’inferno.

Esordiscono al mondiale solo i padroni di casa.

La Coppa del Mondo inizia il 20 novembre 2022, con una cerimonia d’apertura in stile olimpico e con il Qatar che perde contro l’Ecuador 2 a 0. Olanda Senegal finisce 2 a 0, ciononostante saranno proprio i Leoni della Teranga a passare il turno con gli Oranje.

Per la prima volta dal 1950 gli inglesi cantano God save the King e vincono agevolmente il girone davanti agli USA. Resteranno impresse le manifestazioni di dissenso al regime dei giocatori iraniani, che non cantano l’inno. In corsa fino all’ultima giornata perdono contro gli USA, in una partita mai banale.

Il gruppo C inizia col botto: Arabia Saudita Argentina 2 a 1! Da quel momento in poi le partite per Messi e compagni diventano da dentro o fuori. Le vittorie su Messico e Polonia, entrambe per 2 a 0, scacciano l’incubo di un clamoroso fracasso per gli uomini di Scaloni.

Qualificazione facile per la Francia nel gruppo D, mentre nel gruppo E è il Giappone a sorprendere Spagna e Germania, quest’ultima per la seconda volta di fila fuori ai gironi. Il Marocco fa vedere a tutti di che pasta è fatto piazzandosi primo nel gruppo F, dove fa fuori clamorosamente un brutto e nervoso Belgio. La Croazia prosegue coi magrebini.

Il gruppo G è per tre quarti identico al  gruppo E di  Russia 2018 con le stesse gerarchie: Brasile primo, Svizzera seconda. Fuori Camerun, nonostante la storica vittoria sul Brasile (Aboubakar al 90’) e una deludente Serbia. Nel gruppo H Ronaldo segna in cinque mondiali diversi e il Portogallo si piazza primo. La Corea per maggior numero di gol segnati beffa l’Uruguay.

Agli ottavi tutto secondo i pronostici, eccezion fatta per la clamorosa eliminazione della Spagna contro il Marocco, ai rigori.

Ai quarti di finale fa specie l’eliminazione del Brasile ai rigori contro la Croazia.

Francia Inghilterra non si affrontano dal 1982. È una partita vibrante. Tchouameni porta avanti i Blues. Kane su rigore pareggia. L’Inghilterra avrebbe alcune occasioni per raddoppiare, ma Giroud, che ai mondiali diventa recordman di gol con la nazionale, segna il definitivo 2 a 1. Kane infine sbaglia il rigore del 2 a 2. Il Marocco fa fuori anche il Portogallo con El-Nesyri e diventa la prima africana ad accedere in semifinale. A Parigi, a Milano e ovviamente in Marocco esplode la gioia del popolo magrebino. Olanda Argentina è un classico che l’Albiceleste indirizza dalla sua parte con l’uno-due firmato da Molina e Messi. Entra poi Weghorst e fa doppietta al ridosso dello scadere. La partita si incattivisce, soprattutto per il brutto gesto di Paredes. I rigori per gli Oranje sono sempre un supplizio esiziale e vanno fuori.

Nella prima semifinale, il Marocco cerca l’impresa in nome del Continente africano e del panarabismo, ma deve piegarsi ai campioni del mondo che accedono alla seconda finale di fila grazie a Theo Hernández e a Kolo Muani.

Senza storia l’altra semifinale tra Argentina e Croazia: Messi e  doppio Alvarez mandano in finale la Seleccion.

A Lusail Argentina e Francia sono di fronte all’appuntamento con la storia. Deschamps punta a eguagliare Vittorio Pozzo, CT campione del mondo nel 1934 e 1938. L’Argentina invece va alla caccia della terza stella, mentre Messi vuole scrollarsi di dosso lo spauracchio di Maradona. L’Argentina mette la Francia alle corde e con Messi e Di Maria, l’uomo delle finali,  va sul 2 a 0. Deschamps corre ai ripari già dal primo tempo con alcuni cambi. Nella ripresa l’Argentina sembra controllare, ma non ha fatto i conti con Mbappé che in due minuti pareggia i conti. Inizia una girandola di emozioni, con occasioni da una parte e dall’altra. Quando al 108′ Messi sembra aver indirizzato definitivamente la finale dalla parte dell’Albiceleste, ecco il gol della tripletta di Mbappé. Al 123′ Kolo Muani può diventare l’eroe, ma, a tu per tu con Martinez, spara addosso al portiere. Si va ai rigori. I francesi falliscono due tiri con Coman e Tchouameni. Gli argentini non sbagliano e Montiel diventa l’uomo del destino, colui che dopo 36 anni riporta la coppa a Buenos Aires e che vince la finale più bella della storia. Messi, decisivo anche nelle partite ad eliminazione diretta, allontana definitivamente l’ombra di Maradona e alza la Coppa da capitano, da giocatore più forte del pianeta.

Un bambino intanto tira a calci un pallone.

Che la storia del calcio ricominci.

CAPOCANNONIERE: Kylian Mbappé (FRA) 8 reti

CLASSIFICA FINALE

  1. Argentina
  2. Francia
  3. Croazia
  4. Marocco

FINALE TERZO E QUARTO POSTO

Croazia –  Marocco 2-1