La differenza tra Kouros e Brotòs sta nella capacità di pensare e quindi di saper ragionare e decidere, grazie al Logos.

LOGOS deriva dal verbo ‘Leghein’, un verbo che può avere vari significati, tra cui:

  • Mettere insieme, raccogliere;
  • Contare e scegliere;
  • Parlare, per dire il vero o il falso.

Alla luce di ciò che abbiamo detto e racchiudendola in una piccola storiella: chi è allora lo spadellatore? Siamo tutti noi, è il Brotos, quella persona che sa cucinare, ma che ha solo l’esperienza, cucina in un determinato modo solo perché l’ha visto fare, ma non conosce il motivo! Si ferma in superficie. Sa usare solo le mani. Qui subentra il cuoco dottore, potremmo chiamarlo il Kouros, colui che conosce il perché si faccia quella determinata cosa. Potremmo definirlo come l’artista. Chi è l’artista? È colui che mette insieme mani e testa.  È colui che ragione. È colui che va oltre il pensiero comune, colui che va oltre le 4 dita.Sta a noi decidere chi vogliamo essere nella vita.

Ma andare oltre comporta uno sforzo maggiore. Occorre imparare ad osservare, il che è ben diverso dal vedere. Che differenza c’è? Spesso l’errore in cui si incorre è pensare che siano dei sinonimi, ma il semplice vedere vuol dire fermarsi in superficie, mentre l’osservare significa andare oltre il bicchiere, entrare nel bicchiere “bucato” e ancora una volta un movimento lo aggiusta, non lo ignora. Nicolò Cusano parla della dotta ignoranza: è la conoscenza tra ciò che è noto e ciò che non lo è. L’ignoto, se noi lo vogliamo, può diventare noto. Possiamo arrivare al fine, se sappiamo usare i mezzi. Cusano parla dei mezzi a nostra disposizione e sono: la ragione e la fede.

Colgo la palla al balzo: non conta solo saper cucinare, ma metterci anche la passione, l’amore verso una cosa quando la si fa.  La passione nasce dal piacere. La società di oggi è esigente, non mangia solo perché ha fame. Ha fame di altro, potrei dire di meraviglia; quando si serve un piatto, abbiamo necessità che si lasci prima mangiare con gli occhi: dalla cromaticità del piatto all’abbinamento degli ingredienti, sino ad andare oltre il semplice assaggiarlo, per analizzarne il gusto. Vi allego due foto di pasta al pomodoro. Sta a voi scegliere. Quale preferite? Eppure sono due paste al pomodoro.

Anche un bambino sceglierebbe la seconda. È un “nido” di spaghetti con pomodorino fresco, basilico con scaglie di Parmigiano. Lo chef ha aggiunto questi due piccoli dettagli che fanno risaltare la cromaticità e l’estetica del piatto. La pasta è tutta ben condita, a differenza di quella nella prima immagine. Eppure, sono pur sempre due paste al pomodoro!!

No. Non ci accontentiamo di riempire solo lo stomaco! Saremmo persone che ci accontentano e chi si accontenta non riesce a leggere la meraviglia. Tutto sarà “piatto” nella nostra vita. Dobbiamo allenarci a vedere le cose che non si vedono e che ci aiutano a essere più positivi di fronte ai problemi. Spesso, invece, scegliamo di non vedere e giudichiamo dalla apparenze. Chi giudica in questo modo, in realtà, “pre-giudica” ciò che non conosce. La “doxa” (per Parmenide) e lo spadellatore (per il mio prof ) emette con facilità giudizi perché è vittima di pregiudizi.

Per arrivare a creare un piatto ottimo è importante l’allenamento; potremmo aggiungere: occorre Logos; in altri termini: serve conoscenza! Sbaglieremo mentre cuciniamo, potremmo essere precipitosi, ma l’importante è rialzarsi e rimettersi al lavoro, cercando di non ripetere gli errori commessi in precedenza. Senza fuggire come sta facendo l’omino nella foto, ma fermandosi per trovare un “estintore”  e spegnere l’incendio. In altri termini: riscoprendo la capacità di chiedere aiuto a chi può aiutarci a risolvere il nostro problema.

Conoscere la propria ignoranza ci rende dotti, ogni volta che ignoriamo i nostri limiti, diventiamo limitati, non osserviamo, ma vediamo. L’ignoranza viene vinta nel momento in cui l’accetto. Lo scettico, lo spadellatore, rimane fermo perché pensa che la verità non c’è, gli manca la pazienza, la volontà; in cucina, però, le pause sono fondamentali.

Vi allego una foto con un piatto completo:

Crema di favetta con risotto alla pescatora, con pomodorino candito e un filo di olio extra vergine d’oliva”.

È un piatto semplice, carino da fare anche a casa e ottimo dal punto di vista nutrizionale.

È un piatto completo ricco di:

Carboidrati, presenti nel riso,

Proteine (Omega 3), presenti nel pesce e nelle fave (la “Carne dei poveri”),

Lipidi, nell’olio EVO,

Fibre alimentari e vitamine, presenti nelle fave,

Sali minerali: ferro, rame, potassio,magnesio e calcio.

Senza dimenticare che le fave contengono steroli vegetali (antiossidanti), che permettono di abbassare il Coleserolo LDL, quello “ cattivo”, figlio di “Brotos” e curato da “Kouros”. Buon appetito!

Antonio Abruzzese


[ foto: cozinhaginger ]