Dopo anni di consumo non controllato di qualsiasi tipo di risorsa ambientale, a partire dal territorio, si è finalmente consolidata anche nell’opinione pubblica l’idea che non esiste sviluppo e quindi benessere, senza un equilibrato rapporto con l’ambiente ed il contesto che ci circonda.
È, non a caso, la “sostenibilità” il tema centrale dell’Expo Milano 2015 “Nutrire il Pianeta”. Sempre più spesso sentiamo questo termine utilizzato in ambito ambientale oltre che sociale, la “sostenibilità” rappresenta l’equilibrio tra la longevità dei sistemi di supporto alla vita umana (climatico, agricolo, industriale, forestale…) relazionato all’influenza che le attività umane hanno sugli stessi sistemi.
In pratica il futuro ambientale del nostro pianeta dipende fortemente dalle azioni dell’uomo, infatti primo responsabile di questo declino è lo sconsiderato aumento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera che sta provocando un lento e graduale innalzamento globale delle temperature dando origine al fenomeno detto “effetto serra” con conseguenze che potranno variare sensibilmente gli equilibri della terra.
Con le nostre scelte e azioni quotidiane possiamo invertire questo irreparabile processo, infatti uno dei settori col maggior tasso di produzione di CO2, assieme a quello industriale e dei trasporti, è proprio quello residenziale e commerciale. La percentuale deriva dall’insieme dei fattori di produzione dei materiali da costruzione e dalla realizzazione degli stessi organismi edilizi ma soprattutto dalla gestione dei consumi energetici di ogni cittadino nel proprio quotidiano.
Il mercato edile sta compiendo passi da gigante in questo senso per poter realizzare edifici sempre più “intelligenti” che richiedano meno energia di gestione (acqua, luce, riscaldamento/raffrescamento, etc.) e utilizzino sempre più risorse rinnovabili in natura (sole, vento, geotermia, recupero acque piovane, etc.). Buona parte dei Comuni Italiani ha modificato i propri regolamenti edilizi inserendo nuovi criteri e obblighi per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea entro il 2020: ridurre le emissioni di gas serra del 20%, aumentare la proporzione delle energie rinnovabili nel consumo finale al 20%, cercare di aumentare del 20% l’efficienza energetica.
Ai fini pratici sono tanti gli accorgimenti che un buon progettista deve seguire per poter parlare di Bioarchitettura e mentre nella nuova costruzione queste linee guida sono facilmente controllabili perché fanno parte a monte della progettazione, agendo sul recupero dell’edilizia esistente diventa più complesso come per la maggior parte dei casi di ristrutturazione in Italia. Nonostante gli incentivi statali, ovviamente il cittadino si concentra sull’elevato costo che hanno gli interventi riparatori per la propria abitazione o ufficio, frenando l’importante processo di risanamento degli sprechi energetici. È importante però ragionare su come questo investimento porterà nel tempo un considerevole risparmio economico sulle cifre delle nostre bollette ripagando l’intervento nel corso di pochi anni e trasformandolo in guadagno per i successivi.
Sistemi di isolamento a “cappotto”, finestre a taglio termico con doppi vetri, pompe di calore, riscaldamento a bassa temperatura, ventilazione controllata … la strada verso l’efficienza energetica italiana passa per queste soluzioni che analizzeremo cercando di capire come l’innovazione tecnologica in architettura “sostiene” il comfort termico, visivo e acustico delle nostre case.