Compie trent’anni uno dei cartoni animati più celebri al mondo

Un ragazzino viene messo in punizione dalla sua maestra e, dopo il suono della campanella, è costretto a restare in classe e a scrivere sulla lavagna “in loop” le stesse cose. Quel ragazzino è un monello, ciò che gli americani definiscono “brat” che, anagrammato, diventa Bart, Bart Simpson. È l’incipit introduttivo ad un cartoon cult che, da trent’anni, allieta i pomeriggi di bimbi, giovani e adulti di tutto il Mondo.

I Simpsons, infatti, debuttarono il 19 aprile 1987 come brevi sketch all’interno del “Tracey Ullman Show”. Solo due anni dopo conquistarono la prima serata e oggi fanno registrare numeri da capogiro. Con una media di 1.200.000 spettatori ed uno share del 21,40% la serie raggiunge un pubblico planetario compreso tra i 15 e i 35 anni. 

Creati dal fumettista Matt Groening, i 616 episodi de “I Simpsons” sono incentrati sulle dinamiche famigliari di papà Homer, mamma Marge, e i figli Lisa, Maggie e, appunto, Bart. Scelta dei nomi non casuale visto che sono gli stessi dei genitori e dei fratelli di Groening. 

Tanti i riconoscimenti conseguiti dal cartoon “politically scorrect” per eccellenza: 32 Emmy Awards, 8 People Choice’s Awards e una nomination per il Golden Globe. La stella sulla Hollywood Walk of Fame e l’investitura come “Miglior Show del XX Secolo” del magazine Time, hanno consacrato la saga degli abitanti di Springfield.

Attraverso un’ostentata irriverenza, il cartoon smaschera le ipocrisie della vita reale, affrontando tematiche delicate riguardanti, ad esempio, l’integralismo religioso, il femminismo, le ideologie ambientaliste, la disoccupazione ed il potere corrotto.

In occasione del trentesimo anniversario, ci è sembrato, perciò, opportuno offrivi una carrellata di successi ma anche di profezie a tinte gialle. Dall’invenzione del correttore automatico a quella dello smartwatch, dall’elezione di Donald Trump, all’esibizione di Lady Gaga al Super Bowl, segni distintivi di un prodotto proiettato già al futuro, un contenitore culturale a cui hanno prestato l’immagine persino celebrities quali Elton John, Britney Spears, Cristiano Ronaldo, Paul McCartney e tanti altri, guest stars che si alternano a protagonisti fissi come Ned Flanders, Boe, Otto Disc, il Preside Skinner, il Signor Burns, Waylon Smithers, il Commissario Winchester.

Ne “I Simpsons” tutti possono fare o dire qualsiasi cosa, a regnare è l’anarchia e il comportamento anticonformista di Homer delinea un quadro dell’uomo medio, con limiti e insicurezze, un uomo, umiliato sul posto di lavoro, che cerca riscatto in un bicchiere di Duff Beer, da scolare in un solo sorso, scivolato via come questi trent’anni.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.