«Viviamo le nostre sfide

così come vengono

a noi la poesia non

accade per caso

è il cuore stesso

che ci forma

che ci guida»

(Susan Kiguli)

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres: «È importante riconoscere anche che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione». D’altra parte – aggiunge ancora Guterres – le rivendicazioni palestinesi «non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas, così come questi spaventosi attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».

Antisemita.

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: «Il deterioramento della situazione umanitaria a Gaza continua a destare grave preoccupazione. Dobbiamo discutere, in primo luogo, su come garantire con urgenza l’effettiva fornitura di aiuti umanitari e l’accesso ai bisogni più elementari».

Antisemita.

Yocheved Lifshitz, 85 anni, rapita il 7 ottobre, una delle due anziane donne israeliane liberate da Hamas: «Hanno fatto in modo che avessimo tutto e che i bagni fossero puliti. Li hanno puliti loro, non noi. Li hanno disinfettati affinché non ci ammalassimo, erano spaventati dalla peste. Eravamo sdraiati su dei materassi, si prendevano cura dei servizi igienici per non farci ammalare e avevamo un medico che veniva ogni due o tre giorni per vedere come stavamo e ci dava delle medicine. Hanno provato (a parlare di politica) ma abbiamo detto: no, niente politica. Non volevamo parlare di politica con loro, eravamo loro prigionieri, non rispondevamo. Ma parlavano di ogni genere di cose. Erano molto amichevoli con noi».

Antisemita.

Il patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa: «La coscienza e il dovere morale mi impongono di affermare con chiarezza che quanto è avvenuto il 7 ottobre scorso nel sud di Israele, non è in alcun modo ammissibile e non possiamo non condannarlo. Non ci sono ragioni per una atrocità del genere. Sì, abbiamo il dovere di affermarlo e denunciarlo. (…) La stessa coscienza, tuttavia, con un grande peso sul cuore, mi porta oggi ad affermare con altrettanta chiarezza che questo nuovo ciclo di violenza ha portato a Gaza oltre cinquemila morti, tra cui molte donne e bambini, decine di migliaia di feriti, quartieri rasi al suolo, mancanza di medicinali, acqua, e beni di prima necessità per oltre due milioni di persone. Sono tragedie che non sono comprensibili e che abbiamo il dovere di denunciare e condannare senza riserve. (…) È solo ponendo fine a decenni di occupazione, e alle sue tragiche conseguenze, e dando una chiara e sicura prospettiva nazionale al popolo palestinese, che si potrà avviare un serio processo di pace».

Antisemita.

Lo stesso giorno della lettera di Pizzaballa, lo scorso 24 ottobre, fonte Rai Uno: oltre 750 i palestinesi uccisi in un sol giorno dai bombardamenti di Israele su Gaza, 305 di essi erano bambini.

Antisemiti anche loro.

L’ambasciatrice Elena Basile: «È indifendibile l’arroganza, la hybris con la quale l’Occidente crede di appartenere a una civiltà privilegiata […] Vorrei ricordare che gli ebrei sono stati sterminati da una potenza europea, la Germania. Quindi, smettiamola di descrivere le democrazie occidentali come un giardino di fiori e di rose. Non è così».

Antisemita.

Post scriptum: in Israele oggi vivono meno di 8 milioni di ebrei. La loro provenienza è quanto mai variegata, grazie alla politica con cui lo Stato di Israele favorisce l’immigrazione di chiunque possa vantare anche una lontanissima ascendenza ebraica. Abbiamo così ebrei provenienti da Stati Uniti, Francia, Bielorussia, Argentina, Regno Unito, Sud Africa, Brasile, Etiopia e Canada. Abbiamo anche una miriade di Russi, oltre un milione, e di Ucraini.

Loro sì che sono semiti. Tutti quanti.

In realtà, sarebbero semiti anche i Palestinesi, ma massacrarli, inclusi donne e bambini, non è antisemita. Non sarà un caso se l’ex ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, nelle sue diverse apparizioni televisive, ha ripetutamente chiamato «animali» i Palestinesi: tutti i Palestinesi, non solo Hamas. E non sarà un caso se lo stesso Eydar, su La7, lo scorso 26 ottobre, con toni di aperto livore, ha dichiarato: «Per noi c’è uno scopo: distruggere Gaza, distruggere questo male assoluto».

Distruggere Gaza, tutta Gaza: non solo Hamas. Ecco perché la pioggia di bombe, a partire giusto dall’ultimo Shabbat, si è quanto mai intensificata e i morti ormai non si contano più.

Bisogna radere al suolo la Striscia di Gaza. Perché ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: dove fanno il deserto, lo chiamano pace.

Elementare, Watson.

Susan Kiguli: «Credo nella forza della parola per porre domande, per rompere barriere, per sfidare il potere. Credo nella forza della parola come strumento per cambiare le cose e costruire un mondo diverso. E credo fermamente che la parola sia l’unica arma per affrontare i conflitti».

Ancora lei: «Voglio che si guardi in faccia la guerra e tutto l’orrore e il dolore che essa provoca soprattutto a persone innocenti che non chiedono altro se non di vivere ed essere felici. Ma voglio anche che le persone si parlino. Solo parlandosi l’un l’altro si possono disinnescare i conflitti».


FonteFoto di copertina: Autore: Ted Eytan, licenza Creative Commons
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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...