
Prima che identificarci come Occidentali e contro i terroristi, dovremmo chiederci se siamo uomini o bestie.
Gli uomini creano alleanze e costruiscono ponti, le bestie fanno bottino e segnano il territorio.
Gli Occidentali ed i terroristi si comportano più come bestie che come uomini. Entrambi, infatti, sono attaccati alla terra, alla conquista. Non sono poi così tanto differenti come potrebbe sembrare.
Il problema è che ciascuno si identifica e assolutizza il proprio modello culturale-religioso generando violenza, morte, paura, distruzione.
I potenti dell’Occidente credono nello spirito messianico del capitalismo democratico, esportandolo in tutto il mondo. Gli islamici si difendono da questa invasione culturale e militare, rilanciando con lo spauracchio della teocrazia islamica fondata sul terrore.
Gli Occidentali parlano di civiltà, di cultura, di sviluppo, ma sono interessati solo al proprio arricchimento e alla propria sopravvivenza. I terroristi pensano di essere uomini di dio e invece vogliono solo difendere il loro copione culturale molto stringente incentrato sul modello religioso-politico illustrato nel Corano.
Si scrive civiltà, cultura, religione sulla carta per entrambi, e si legge predomino, violenza, morte nella realtà per tutti.
Se ci fosse reciproco ascolto, dialogo, comprensione, non ci sarebbe la guerra.
Se non ci si identificasse con il proprio modello culturale – gli uni nel modello liberale-occidentale, gli altri in quello teocratico-islamico – e non lo si assolutizzasse, forse il pianeta Terra sarebbe più umano e molto probabilmente anche più giusto e felice.
Il contrasto sorge dove e quando il mondo islamico pone dei limiti all’espansione culturale ed economica del mondo Occidentale. Il dialogo e il rispetto tra popoli presupporrebbe una capacità di autolimitarsi per non invadere la libertà altrui. Solo che l’Occidente non se la può permettere questa libertà di essere rifiutato e quindi di essere limitato.
L’Occidente, infatti, non può fare a meno dell’Oriente e di tutto il resto del mondo. Deve smaltire la sua capacità produttiva cercando altresì nuovi mercati per il più facile raggiungimento di economia di scala; ha bisogno di materie prime e di risorse energetiche – non presenti nel proprio sottosuolo e disponibili altrove – per mantenere in vita il sistema produttivo capitalistico; ha bisogno sempre di cercare per la propria finanza nuovi investimenti più redditizi e una migliore diversificazione del rischio.
Non c’è spazio allora per un dialogo. I valori Occidentali devono essere difesi!
È questo che sempre viene annunciato dai Capi di Stato e dai Ministri degli Esteri dei governi Europei e d’Oltreoceano. Pena il default del sistema occidentale stesso.
Il terrorismo, stando così le cose, non può spingersi molto oltre allora. Il terrorismo non è così forte da annientare l’Occidente, come l’Occidente non ha le capacità di estirparlo definitivamente. Quando viene annunciato un tale simile proposito è solo per propaganda e per fornire rassicurazioni alla popolazione. Forse molto più realisticamente dobbiamo imparare a convivere con la sua esistenza, come l’Italia ha fatto con la mafia: la combatte, la limita, non l’annulla, almeno non fino ad oggi
Lo Stato Islamico dovrebbe forse valutare bene le sue forze, e non spingersi oltre un certo limite di tollerabilità perché altrimenti la bestia Occidentale non si sa di cosa sarebbe capace.
Infatti: primo, negli USA già si parla, attraverso la voce del prossimo candidato conservatore alla Casa Bianca – il sig. Trump –, di misure restrittive contro i musulmani, gli immigrati e tutto quanto può essere di minaccia all’uomo bianco e occidentale; secondo, l’Unione Europea con la questione migranti mostra abbondantemente le proprie meschinità ed ipocrisie, e mostra come l’universalità dei diritti dell’uomo si restringa quando si tratta di uomini non cittadini occidentali; terzo, la storia sta lì a ricordarci come la tanta presunta civiltà indoeuropea non abbia impedito il perpetuarsi di stragi, pulizie etniche, olocausti, test atomici, ingiustizie sociali
Se l’uomo occidentale non inizierà a creare alleanze e a costruire ponti sulla base dei valori umanistici e spirituali che la storia gli ha lasciato in eredità, difficilmente non ricondurrà la questione terroristica con lo Stato Islamico – e la questione migranti – su un terreno di bestialità, di conquiste e di delimitazione dei territori politici, spirituali ed esistenziali.
La questione vera, allora, rimane sempre la stessa: come far ritornare l’uomo in sé stesso facendolo uscire da sé per andare incontro all’altro? Ovvero cosa c’è di più grande e conveniente per l’uomo che gli faccia scegliere di comportarsi come uomo e non come bestia?