La storia ci insegna che chi si caccia dopo ti caccia. Mi chiedevo se le parole di Shylock – nel Mercante di Venezia – non siano il commento più vero di ciò che sta accadendo.

“Non ha occhi un ebreo? Non ha mani un ebreo ? Organi, consistenza, sensi, affetti, passioni, non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, non soffre delle stesse malattie, non è curato con gli stessi rimedi, scaldato agghiacciato dallo stesso inferno dalla stessa estate di un cristiano? E se ci pungete non versiamo sangue? Se ci fate il solletico non ridiamo?

Se ci avvelenate non moriamo? E se ci fate un torto, non ci vendichiamo? Se siamo a voi uguali in tutto il resto perché non assomigliarvi anche in questo. Se un ebreo fa un torto ad un cristiano, a che si riduce la sua carità? Alla vendetta. Se fa torto ad un ebreo quale esempio elevato di sopportazione gli mostra un cristiano perfetto? Solo vendetta. Io metterò in pratica la malvagità che ci insegnate e non sarà difficile che io vada anche oltre, ben oltre l’insegnamento”.

Questo testo del famoso Mercante di Venezia di Sheakspeare, monologo di Shylock, parla delle ragioni di un ebreo che si sente autorizzato a vendicarsi, perché così usano fare i cristiani. È un testo di una bellezza straordinaria che ci spinge a riflettere su ciò che ci lega tutti, nel bene e nel male. Un testo che si può applicare a un santo, ma allo stesso tempo a un dittatore. Carnefici e vittime hanno occhi, sangue, dolori e sofferenze. Il dolore chiama dolore e il male altro male. Il beato Charles de Foucauld diceva che tutto il male che i francesi stavano facendo durante il colonialismo alle terre africane si sarebbe riversato contro la Francia dopo non molti decenni. Purtroppo abbiamo potuto verificarlo di persona con gli attacchi terroristici.
La storia ci insegna che chi si sottomette, poi ti conquista o si vendica.

La storia ci insegna che chi si caccia dopo ti caccia. Mi chiedevo se le parole di Shylock non siano il commento più vero di ciò che sta accadendo. Sheakspeare arriva in questo monologo a concepire il diverso come assolutamente uguale. E se il diverso che deve starsi a casa sua, lui che non posso accogliere, lui che ci ruba il lavoro, lui che ha un altro colore di pelle, un’altra lingua, cultura fosse come sono io? È terribile pensare al suo sangue come al mio, il suo amore, il suo desiderare, sognare, sperare e capire proprio come per me. Sarebbe fare del male a me stesso o peggio ancora sarebbe invitarlo a trattarci allo stesso modo domani.

Rifiutare un uomo non significa soltanto non accoglierlo, ma vuol dire aggredire una cultura e l’umanità che ci abita. La storia già ci sta giudicando perché ad assistere i nostri anziani sono gli stranieri, a fare i lavori che non vogliamo fare sono loro, a contribuire alle pensioni sono già loro. Se loro siamo noi è un bene, ma guai a non capirlo. È terribile sapere che nel solo 2018 abbiamo perso oltre 100.000 italiani per l’aumento di denatalità. Interi villaggi e paesi sono luoghi fantasma. Ci stanno rubando l’identità o per il fatto che l’abbiamo smarrita creiamo un conflitto insensato? È l’altro che mi dice chi sono! Quando l’altro non lo reputo tale, se lo rifiuto, diviene profezia di vendetta il monito di Shylock: “Se siamo a voi uguali in tutto il resto perché non assomigliarvi anche in questo?”.

Come il terrorismo porta le conseguenze del male fatto li, ci saranno conseguenze della nostra semina di rifiuti che porterà frutti di rancore. Non esiste ormai un cimitero più numeroso di quello del mediterraneo. Possano le parole, non mie, ma dell’incommensurabilità poetica di Sheakspeare, aiutarci almeno a riflettere e a metterci nei panni dell’altro, cattivo o buono che sia, straniero o italiano.
La poesia scheaksperiana ispiri le scelte e non solo la letteratura o il teatro.


4 COMMENTI

  1. Bello il riferimento a Shakespeare, ma trovo un po’ superficiale l’ analisi perchè non considera affatto alcune specifiche dell’ immigrazione musulmana, ed in particolare il rifiuto di integrarsi, la presenza di potenziali terroristi e soprattutto la presenza di reclutatori per la guerra santa tra gli imam. In particolare mi ha veramente urtato il fatto che un sacerdote tratti così “sottotraccia” il doloroso problema dell’ aborto: posso dire ch’ è ipocrita (“guai a voi, ipocriti…”) chiamare l’ aborto “denatalità”? Sarà che sono vecchio, ma per me un sacerdote si dovrebbe attenere a Matteo,5,37 e ricordare Gc 4,4. Altra cosa “ipocrita” (mi scuso se il termine risultasse erroneamente applicato, ma a me pare assolutamente idoneo) l’ accenno al mediterraneo come il cimitero più affollato: ma per piacere! D’ accordo sul cordoglio per quelle morti, ma sono sempre ancora molto ma molto al di sotto delle strage degli innocenti che ogni anno si compie negli ospedali italiani e che viene rivendicata come un diritto! Spero, prima di morire, di incontrare finalmente un cristiano!

  2. Carissimo Oliviero Passeri, intanto la ringrazio per il suo commento, segno di un’attenta lettura. Sulla questione di 100000 italiani sulla denatalità, il dato l’ho preso dal giornale Avvenire, il quotidiano della CEI, dove il discorso era incentrato sulla denatalità e non sull’aborto. È un’altra questione, su cui la chiesa si è dichiarata parlando di scomunica “ipso facto”; in altri termini è un male gravissimo. Sul numero degli aborti e dei morti migranti, più che far riferimento a me può tranquillamente ricavare i dati attraverso medici, potendo acquisire dati di esperti del settore, visto che è un tema che nn ho affrontato in questo articolo. Mi sento di affermare, visto che cita la Bibbia, che ogni uomo è immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,27). Reputo anche il concepito persona umana, secondo la più sana tradizione cristiana, ma lo è ogni uomo sempre. Tutta la tradizione biblica dopo pone una particolare attenzione sullo straniero, allo stesso modo dei poveri e delle vedove. Il tema richiederebbe un’analisi più profonda dove la mia sintetica risposta è assolutamente povera per una profonda comprensione. Vorrei tanto poter discutere con lei di Islam e di Corano, visto che i nostri fratelli musulmani venerano la verginità di Maria, i nostri stessi profeti, i giusti dell’Antico Testamento, Gesù e molti dei padri della chiesa a cui hanno attinto fino al sesto secolo. Spero di conoscerla personalmente ed affrontare ciascuna questione. Mi scuso fin da ora per averla delusa, ma sono certo che saprà trovare uomini di Dio e autentici cristiani degni di questo titolo. Per quanto mi riguarda sono un servo inutile e proprio per questo mi abbandono con fiducia all’immensa bontà di chi ci ha amato per primo. Augurandole ogni bene, la ricordo nella preghiera e se mi permette la benedico in ogni suo sincero desiderio di bene. Buon cammino e ancora grazie. Se vorrà sarò a sua disposizione per tutto.

Comments are closed.