
È una donna giovane, sulla trentina, indossa un abito lungo…
È una donna giovane, sulla trentina, indossa un abito lungo. È seduta in controluce davanti ad un piccolo tavolo che contiene appena la macchina da scrivere e dei fogli bianchi appoggiati di lato.
I capelli di Francesca, così si chiama la donna, sono raccolti accuratamente sulla nuca in uno chignon, evidenziando il suo collo sottile, il profilo raffinato.
La finestra lascia entrare una luce calante: è il tramonto. Dai vetri si scorge un piccolo balconcino in pietra con dei gerani molto curati e di un rosso vivo che contrasta con la penombra dell’interno.
Il ticchettio dei tasti procede senza sosta, ha un suo ritmo, a volte accelerato, poi delle pause, brevi, durante le quali le dita sottili di Francesca restano sospese, per poi riprendere, come in una corsa o un ballo di tip-tap. E quando va a capo, la scrittura riceve nuova energia e il fiume dei suoi pensieri e delle sue emozioni riprende a tambur battente.
È uno dei più bei ricordi che ha di suo padre. Fu lui ad insegnarle a battere a macchina. È uno dei pochi ricordi che ha di suo padre nell’infanzia, quando nel suo studio, con dolcezza e pazienza, le insegnò qualcosa che non sapeva la avrebbe accompagnata per sempre: la scrittura.
In quello studio si facevano calcoli e si tenevano le contabilità, eppure Francesca, chissà dove, catturò poesia ed emozioni e i desideri che le persone che passavano di lì lasciavano cadere dalle tasche del cuore.
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(Racconto breve frutto dell’incontro con Paolo Farina durante i laboratori
“Scrivere a Ceglie Messapica” dell’Ass.ne Graphein).
sei riuscita a mettere più a fuoco la tua immagine nella mia mente… buon divertimento
Nata per scrivere nata per amare nata per vivere questa è Patrizia tvb