football. The ball flies into the net gate

Calciatori miliardari che hanno avuto la sfortuna di condurre un’esistenza fortunata.

Siamo tutti garantisti per le questioni che ci riguardano in prima persona, ma non lo siamo mai quando questa garanzia riguarda gli altri, specie se gli altri sono ragazzini, milionari ovvio, ma pur sempre ragazzini. Perché, diciamocelo, un conto è scommettere, un altro è truccare le partite di calcio, possibilità che speriamo non venga mai accertata.

Tirare in ballo la ludopatia potrebbe essere un tantino avventato. Servirebbe una diagnosi medico-scientifica non facilmente rilevabile visto che, a differenza di altre dipendenze, quali droga e alcol, per le quali l’assunzione è riscontrabile, il gioco rappresenta un disagio psicologico a causa del quale si spende e ci si vende tutto, oltre quanto si guadagni, portando alla rovina famiglie e vite intere. E non è certamente questo il caso di gente ricchissima che piazza schedine, puntando per diletto.

I siti di scommesse pagano fior fior di quattrini per essere online e al loro interno esiste un sistema di alert che segnala il superamento della soglia consentita, soglia che i nostri calciatori avrebbero eluso accedendo, appunto, a piattaforme illegali ormai fruibili su qualsiasi social, mezzi di comunicazione che condannano giovani anime che, magari assistiti malissimo da sciacalli del denaro, hanno avuto la sfortuna di condurre un’esistenza fortunata.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.