«Mostratemi qualcuno che sia abbastanza umile da accettare e da assumersi la responsabilità della sua situazione, abbastanza coraggioso da intraprendere qualsiasi iniziativa necessaria ad affrontare e risolvere creativamente queste sfide e vi mostrerò il potere supremo della scelta»

(S. Covey)

Mi sono capitate sotto gli occhi tre fotografie e mi si è immediatamente palesata, come una teofania, l’immagine di una finestra, una finestra specifica: è quella di un bagno, un bagno altrettanto specifico, quello che fu il bagno di casa mia in montagna. No, non per una settimana bianca, ma la finestra della casa in cui ho vissuto.

Codifiche della mia testa e della mia pelle: immensi triangoli scuri ed altissimi lasciano stagliare le loro misteriose vette su un cielo dipinto da sapiente Mano Altra. Colore dellatmosfera: fucsia. Oh, sembrano delle cartoline poetiche!

Poesia? Certo, solo per chi guarda e non sa. Lo sguardo apre all’immaginazione, la realtà è un’altra cosa. Freddo nelle budella! Gelo. Prima addosso e poi nellanima.

Quando il romanticismo della natura in realtà è una minaccia poiché presagisce qualcosa che terrorizza: ciò che non dimentichi.

Del resto ognuno ha terrore di qualcosa: io avevo terrore di quel freddo. Ho terrore di quel freddo. Il freddo può sempre essere molto largamente inteso.

Ho così inviato un messaggio: Ma quanto freddo fa lì?”.

Risposta: Ieri mattina, quando sono uscita, cerano 2º”.

Ecco, la ristrutturazione del sapere. Ci sono cose che impariamo in modo talmente significativo che passeranno con noi il resto della vita.

Personalmente potrò continuare a vivere in Puglia fino alla fine dei miei giorni, ma ciò che ha cambiato tutto si chiama Piemonte.

E vale per tutti: ciascuno di noi possiede un punto di non ritorno profondissimo che, nel bene e nel male, ha rappresentato la svolta. Chi non lo trova, sta solo cercando male.

E se detta così appare più una croce, in realtà la croce è proprio in tutto ciò che ne ha fatto delizia.

L’ Ossola addosso.

Che ognuno cerchi e scovi la sua: fa bene riconoscere i punti in cui tutto finisce e tutto, nuovamente, comincia. Le basi. Piano piano, molto piano, ancora più piano.

Aspettare e lavorare, lavorare ed aspettare.

La pazienza. Poi Dio arriva e con Lui il suo esercito.

Abbiate cura di voi, scegliete, sempre.


FontePhotocredits: Miriam Arsedea Massarelli
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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.