Un nuovo piano per arginare l’ondata migratoria nel Mediterraneo centrale. Ester Asin: “L’UE si sottrae alle sue responsabilità. Respingere le persone in un paese fragile e destabilizzato come la Libia è inaccettabile”

Ieri 25 gennaio, l’Unione Europea ha illustrato un piano nuovo di zecca per la gestione dei flussi migratori. Ci sono tre milioni di euro per la formazione della Guardia Costiera libica, sì da addestrarla alle operazioni di ricerca e salvataggio, ma soprattutto per bloccare i natanti che lasciano le coste libica nell’intento di attraversare il canale di Sicilia. La denuncia di Save the Children, però, non si è fatta attendere e l’ha formulata Ester Asin, direttore dell’ufficio Advocacy Europa di Save the Children a Bruxelles: “Ancora una volta, l’Unione Europea si sta sottraendo alla propria responsabilità di tutelare i diritti dei migranti, senza offrire alcuna garanzia a uomini, donne e bambini circa il loro futuro dopo che saranno respinti in Libia”.

Il j’accuse del direttore si fa ancora più duro e prosegue: “Respingere le persone in un paese fragile e destabilizzato come la Libia è inaccettabile. Le condizioni disumane nei centri di detenzione libici sono state più volte denunciate da varie ong. Inoltre, non vi è alcuna certezza che le persone non saranno rimpatriate forzatamente nei loro paesi di origine”.

Ma la voce di Save the Children non è isolata: oltre cento Organizzazioni umanitarie hanno già preso le distanze dal Quadro di Partenariato per la Migrazione con la Libia, oggetto di studio e discussione già dal 2016. Nondimeno, resta il fatto che, se il contenuto della nuova Comunicazione della Commissione fosse approvato dai capi di governo dell’Unione Europea, la cui riunione si terrà a Malta la settimana prossima, i diritti umani dei tanti disperati che in Libia sperano ancora di arrivare in Europa subiranno l’ennesimo smacco.

La conclusione, ancora con le parole di Ester Asin: “Molte delle persone che abbiamo salvato sono estremamente vulnerabili e hanno dovuto affrontare sofferenze indicibili pur di cercare un futuro sicuro in Europa. Non possiamo che dirci profondamente delusi da un piano che ancora una volta pone l’accento sulla deterrenza nei confronti dei flussi migratori e che non prevede alcun impegno chiaro sull’apertura di canali di accesso sicuri e legali che consentirebbero alle persone bisognose di protezione internazionale e agli altri migranti di raggiungere l’Europa, persone che altrimenti non avranno altra scelta se non quella di intraprendere viaggi molto pericolosi, affidandosi a trafficanti di esseri umani senza scrupoli”.